Lo ammettiamo, stiamo facendo fatica a scrivere di vino, dei nostri temi abituali, in una fase in cui praticamente ogni giorno assistiamo inermi ad assalti terroristici nelle nostre citt� europee. Attacchi in cui vediamo morire centinaia di innocenti colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ci sentiamo profondamente a disagio a parlare di un prodotto che vede nella bellezza della vita, nella qualit� delle relazioni i suoi elementi basilari. Aspetti che sembrano proprio quelli che pi� aizzano l�odio dei nostri nemici �invisibili�.
Facciamo fatica a parlare di vino come ambasciatore della nostra storia, della nostra cultura nel mondo in una fase in cui siamo obbligati ad innalzare nuove barriere per poterci difendere.
Ci sentiamo impotenti nei confronti di un nemico che non ha un volto preciso, che si nasconde dietro fanatismi religiosi ma che alla fine colpisce proprio l�elemento portante della nostra civilt�, la libert�.
La libert� di gioire con gli amici, la libert� di viaggiare con le nostre famiglie, la libert� di festeggiare le nostre ricorrenze.
E� difficile se non impossibile trovare un senso a tutto questo. Ma � altrettanto difficile continuare a proseguire come se nulla fosse successo, come se nulla stesse succedendo. Molti commentatori insistono sul fatto che i nostri �nemici� vogliono proprio imporre un nostro cambio di vita, un nostro nuovo approccio alla vita andando ad eliminare soprattutto le basi sulle quali abbiamo costruito la nostra storia di libert�.
Una storia che ci � costata tantissimo, anche nel nostro oggi libero occidente che mai come ora si trova a subire una violenza inaudita, ingiustificabile (ammesso che esista una violenza con giustificazioni) che vorrebbe portarci a pericolosissime contrapposizioni tra diverse civilt�.
Dal nostro piccolissimo e modesto osservatorio ci sentiamo di dare il nostro contributo di pensiero sia alle vittime di questa follia sia alle persone libere di qualsiasi nazionalit� e religione al fine che non si cada (rischio realmente forte) nella contrapposizione tra culture e civilt�.
A fronte delle �nostre� morti, infatti, tutti i giorni assistiamo alla carneficina che avviene sui nostri mari dove ormai migliaia tra bambini, donne e uomini dalla pelle diversa dalla nostra hanno perso e continuano a perdere la loro vita.
Gi� questo deve farci capire che siamo veramente tutti uguali e vittime di fronte a questa follia.
E chi cerca quotidianamente con i suoi gesti efferati di metterci contro gli uni agli altri deve sapere che non cadremo nel suo folle �gioco�.
Ma per resistere dobbiamo stare realmente uniti provando in tutti i modi a fare emergere quel valore supremo che non distingue tra credi religiosi, � uguale ad ogni latitudine, non fa differenze tra i colori della pelle: l�amore.