L’Italia sta attraversando un momento storico importante per il settore vinicolo. Proprio in un momento in cui il fatturato delle società italiane è in crescita (nel 2017 da Mediobanca segnalano un aumento del +6,5% rispetto al 2016) e in cui l’Italia si registra prima al mondo per produzione (con 42,5 milioni di ettolitri nel 2017) ci ritroviamo i bastoni che puntano dritto alle nostre ruote, e dovremo cercare di non inciampare.
A preoccupare le imprese italiane del comparto, sono le ultime notizie in merito al bando per la promozione all’estero finanziato con soldi dell’Unione Europea (OCM), che tarda ad arrivare, ma che a settimane dovrebbe essere ufficializzato.
Vogliamo concentrarci per il momento su un aspetto importante e fonte di ambiguità, che sembra dare preoccupazioni ai produttori: quello che riguarda i progetti rivolti a Paesi terzi dove sono già state svolte azioni di promozione negli ultimi anni e per cui sono stati ottenuti già fondi comunitari.
Vediamo più approfonditamente la questione.
Secondo quanto dichiara anche Business Insider, il decreto ministeriale in questione, pubblicato il 10 agosto 2017 indica le modalità attuative della promozione sui mercati dei Paesi terzi. Precisamente all’articolo 10 indica i criteri di priorità per i progetti ammissibili al finanziamento, tra cui: “Il progetto è rivolto ad un nuovo Paese terzo e a un nuovo mercato del Paese terzo, ovvero dove il soggetto proponente nel corso della programmazione 2014-2018 non ha realizzato azioni di promozione con il contributo comunitario”.
In questa piccola crepa si è inserita la Spagna, che ha chiesto all’Ue che questo principio non sia considerato un criterio di priorità per fare la graduatoria dei progetti finanziabili, ma piuttosto un criterio di esclusione. Questo comporta che l’Italia, che negli ultimi cinque anni ha puntato con forza sulla promozione in determinati Paesi, non potrebbe avere i fondi per farlo fino al 2023.
L’esclusione, che fortunatamente ancora non è certa, potrebbe colpire l’Italia in un momento di grande crescita per l’export. Nel 2017 abbiamo toccato il record storico di vendite, 6 miliardi di euro (+6% sul 2016), con una grande ripresa delle esportazioni a volume (21,5 milioni di ettolitri). Il comparto oggi ha un fatturato di 13 miliardi e vale il 15% delle esportazioni agroalimentari italiane, che nel 2017 hanno superato i 41 miliardi.