La sua tanto amata montagna si è portata via nei giorni scorsi Luciano Piona, uno dei più noti e autorevoli protagonisti della vitivinicoltura veronese.
Con Luciano non solo scompare un bravissimo produttore, titolare dell’azienda Cavalchina, ma un uomo che è stato capace di conciliare grande preparazione ed umiltà che gli hanno consentito negli anni di far sentire sempre la sua voce senza essere costantemente sul palcoscenico.
Mi mancherà molto Luciano anche per questo. Apparteneva, infatti, a quella rarissima, purtroppo, categoria di uomini che non hanno bisogno di urlare per farsi sentire e comprendere.
Ha avuto tanti meriti Luciano e al primo posto metterei senza dubbio il suo ruolo nel portare, per primo, il Custoza tra le grandi denominazioni veronesi. Un impegno che non ha mai abbandonato, non solo come produttore ma anche come protagonista assoluto all’interno del Consorzio di tutela di cui era presidente.
Quella del Custoza è stata una grande battaglia di Luciano Piona, spesso condotta quasi da solo o con pochi altri produttori al suo fianco. E l’ha iniziata in tempi non sospetti quando nessuno sembrava credere al valore di questo straordinario territorio che tutt’oggi non ha ancora visto riconoscere appieno la sua grande vocazionalità qualitativa.
Luciano Piona, pertanto, lascia un’eredità molto importante e complessa a chi dovrà raccogliere il suo autorevole e coraggioso testimone. Ma la strada che ha tracciato è di quelle ben visibili e mi auguro che in qualche misura anche la sua scomparsa sia un ulteriore sprone ai produttori del Custoza di rompere gli ultimi indugi e portare finalmente questa denominazione nel posto che merita.
Caro Luciano mi viene dal cuore salutarti con una canzone che sicuramente amavi…”Dio del cielo
Signore delle cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna…Su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare, per le tue Montagne”.