Nel settore si contano più di 500 aziende che hanno ottenuto una certificazione sulla loro sostenibilità. Tuttavia, solo circa 40 aziende hanno deciso di rendere pubbliche le loro strategie e i loro obiettivi di sostenibilità; meno della metà di queste hanno descritto le loro strategie e attività su temi ESG attraverso un bilancio/report di sostenibilità adottando standard di rendicontazione internazionali (es. GRI).

La rendicontazione dei temi non finanziari nel mondo vitivinicolo italiano è agli albori del suo sviluppo e, se non si confronterà sempre più con standard internazionali, rischia di non ottenere i risultati di creazione di valore che le imprese si aspettano. È quanto emerso dall’analisi di benchmark presentata il 30 marzo da Reliant – Partner in Sostenibilità e Compliance, struttura specializzata ella consulenza recentemente costituitasi ad opera degli studi Dorio Testa Imperadore (Studio DTI) e Studio Impresa.

L’analisi di benchmark è stata l’ultimo intervento del convegno “La sostenibilità nelle imprese del vino italiano” tenutosi lo scorso 30 Marzo, in cui sono intervenuti Angelo Frascarelli (Presidente ISMEA), Carlo De Biasi – Direttore Cantina di Toblino, Roberto Bianchi – Direttore Foragri, Elvira Bortolomiol di Bortolomiol S.p.A. e Luca Formentini di Podere Selva Capuzza.

L’obiettivo dell’analisi è stato quello di scoprire come il settore sta interpretando i trend attuali e come questa interpretazione si stia riflettendo nella rendicontazione della sostenibilità, con un focus specifico sulle metodologie di rendicontazione adottate, sulle strategie/obiettivi e sui temi materiali del settore vitivinicolo italiano.

Il video completo del convegno è disponibile sul sito di Reliant a questo link.

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