Il progetto “Soave Next Generation” � tuttora in fase di realizzazione. Sono molte le aziende da incontrare e le nostre non vogliono essere solo “semplici” interviste ma incontri dai quali riuscire a capire quali sono i sentimenti, le aspettative, perch� no anche le paure di questa generazione che oggi ha in mano il presente e il futuro di una delle denominazioni storiche italiane.
Siamo a circa met� del nostro lavoro e abbiamo deciso di iniziare a pubblicare i primi “racconti” di questi nuovi protagonisti del Soave. Non sono nella versione integrale che sar� oggetto di una pubblicazione pi� ampia ma servono per evidenziare fin da subito quello che � il “sentiment” attuale dei produttori nei confronti della loro denominazione.
Sensazioni che potremmo sintetizzare gi� nelle seguenti “parole chiave”:
Fiducia�.nel futuro
Consapevolezza�.della responsabilit�
Orgoglio�.nella propria denominazione
Eredit��.importante ricevuta e da valorizzare ulteriormente
Ricerca�.di nuovi valori di riconoscibilit�
Disponibilit��..a confrontarsi tra produttori senza barriere e pregiudizi
Coraggio�.nell�affrontare mercati sempre pi� complessi
Curiosit��nel non limitarsi a guardare solo il proprio “orticello”
Formazione�.nella consapevolezza che si pu� crescere solo se competenti
Consorzio�.fiducia ancora nell�importanza dell�aggregazione
Innovazione�.di prodotto e di comunicazione
Ambiente�.la consapevolezza di tutelarlo
Stefano Posenato � Le Albare
Il rispetto dell�ambiente per Stefano Posenato, titolare dell�azienda Le Albare, non � un atteggiamento modaiolo, frutto di una scelta opportunistica ma traspare in maniera evidente la sua assoluta convinzione che non pu� esistere una vitienologia di qualit� senza uno sforzo costante sul versante della sostenibilit� ambientale.
La stessa nuova sede della cantina e dove Stefano ha realizzato una funzionale area di incontri e degustazioni, a forma di botte, realizzata in bioedilizia con tanto di certificazione CFC del legname utilizzato. “E� una certificazione � spiega Stefano – che addirittura di consente di sapere e di comunicare che si tratta di legname proveniente dall�Austria, da un bosco coltivato da una famiglia che si � impegnata a reimpiantare alberi (per un ammontare di 3 metri cubi di legname) per ogni metro cubo tagliato”.
Per Stefano quest�ultima costruzione rappresenta la realizzazione di un sogno anche perch� � perfettamente in sintonia con la loro filosofia produttiva.
“Volevamo un luogo � racconta Stefano � che comunicasse fin da subito a tutti coloro che vengono a trovarci quello che siamo, quello che per noi significa produrre vino. Un luogo dove vogliamo raccontare i nostri vini al meglio ma dove vogliamo anche aumentare la nostra vendita diretta che consideriamo non solo una strategia utile dal punto di vista economico ma anche il modo pi� diretto per comunicare i nostri vini ai consumatori finali”.
Quello dell�accoglienza, del rapporto diretto con i consumatori finali, � un tema particolarmente caro a Stefano. “Abbiamo anche un piccolo bed & breakfast e anche questo ci consente di instaurare rapporti importanti con i nostri ospiti per comunicare al meglio la nostra identit� pi� autentica ma anche quella del nostro territorio”.
“Mi sento orgoglioso ma anche molto responsabilizzato di aver ereditato un brand prestigioso come il Soave” � sottolinea Stefano. “Nei nostri attuali 6,5 ettari il Soave continua ad essere assoluto protagonista, come pure nelle nostre 30.000 bottiglie prodotte”.
Per Stefano Soave oggi ha nuovi e pi� complessi valori.
“Sicuramente � ci spiega � il Soave che conosceva mio bisnonno Adamo ma anche mio nonno Umberto non � certo quello che ho ereditato io da mio padre. Nel frattempo � cambiata la vitienologia, � cambiato il mondo, � mutato notevolmente il mercato. Quello che � rimasto inalterato � il valore di un brand che a mio parere ha ancora moltissimo da raccontare”.
Ma secondo Stefano il nuovo racconto del Soave deve partire dalla capacit� dei produttori di realizzare prodotti sempre pi� autentici e riconoscibili dove sia chiaro il rapporto con il terroir di produzione.
“In vigneto per noi la parola d�ordine � un utilizzo sempre pi� ridotto di qualsiasi forma di principi attivi chimici, ma non perch� vogliamo arrivare alla certificazione biologica ma perch� siamo convinti che solo cos� si possa raggiungere una qualificazione del prodotto in maniera pi� autentica e un maggior rispetto dell�ambiente e dei consumatori”.