Gli articoli di Wine Meridian e le recensioni delle nostre Guide dei vini testimoniano la nostra fiducia nel marketing territoriale e nel contributo profondo che le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche possono trasferire alla comunicazione dei vini e delle specialit alimentari. Le storie che ci piace raccontare sono fatte di vino, di cibo e convivialit in cui la soddisfazione del gusto diventa occasione per comprendere il “sapere” della tradizione, la cultura, larte, laccoglienza e le straordinarie opportunit turistiche che il nostro Paese in grado di offrire. Unidea su cui alcuni iniziano a convergere e che ha generato interpretazioni ed esperienze individuali di notevole significato ma che sembrava non trovare lenergia e gli interpreti per concretizzarsi in un progetto di riferimento per lintero sistema.
Il Premio Gavi La Buona Italia 2016 ci lascia ipotizzare che forse siamo davvero arrivati ad una svolta importante. Gi immagino il tuo scettico sorriso, caro lettorecome pu un nuovo premio, lennesimo, cambiare le “carte in tavola” e trovare una via per modificare la strategia di comunicazione del vino italiano? Iniziamo subito a chiarire che il premio solo lemblema di un progetto innovativo, ampio e complesso che prover a spiegare, sia pure in estrema sintesi.
Il progetto parte dallintuizione del Consorzio del Gavi che ha deciso di adottare lArte e la Cultura come propulsori del progetto di valorizzazione della propria realt e del proprio territorio. Ma lintuizione rivoluzionaria del Consorzio e stata quella di accogliere un modello operativo aperto ai progetti di tutti i territori italiani, regolato da criteri ispiratori ben codificati e sostenuto da elementi scientifici come quelli che emergono dal rapporto del Centro Studi per il Turismo dellUniversit di Bergamo (CeSTIT).
Alla radice delliniziativa troviamo sette regole per valorizzare e migliorare la comunicazione delle nostre eccellenze agroalimentari, regole che sono state individuate da un simposio internazionale promosso dal Consorzio Gavi e costituito da grandi imprenditori dellenogastronomia, comunicatori, intellettuali ed operatori. Nel 2016 stata scelta la regola della Filiera della Bellezza per selezionare e premiare progetti di promozione agroalimentare integrati con la valorizzazione di un bene culturale o iniziative di produzione artistica e culturale. Con specifico riferimento al tema food, wine&arts, il CeSTIT dellUniversit di Bergamo ha raccolto ed analizzato ben 219 esperienze realizzate da aziende, consorzi, istituzioni e territori e presentato il rapporto di studio ad una qualificata commissione di giornalisti, critici darte, comunicatori ed esperti di Turismo che ha deciso di assegnare il premio Buona Italia 2016 alle Cantine Ceretto http://www.ceretto.it/it/ceretto-cultura-alba/cappella-ceretto-cultura che hanno realizzato un progetto artistico e culturale capace di ergersi a simbolo dellidentit e della qualit della propria produzione vinicola.
Ben poco ci interessa entrare nei dettagli, quello che ci pare a dir poco straordinario e lungimirante la volont del Consorzio di creare una rete di esperienze, soggetti e territori differenti ed estranei al Gavi senza aver timore di premiare realt non rappresentate dal Consorzio: un passo in avanti epocale che recupera ma supera il concetto del localismo per affermare con forza che dobbiamo essere tutti -insieme e con criteri condivisi- impegnati nella qualificazione del patrimonio agroalimentare e culturale italiano, oltre i confini delle denominazioni, dei territori e degli interessi di parte.
A nostro avviso, il progetto ha le potenzialit, gli interpreti e la caratura strategica che servono per porsi il traguardo di creare una nuova piattaforma e comunit di riferimento per lo sviluppo del marketing territoriale e per la raccolta-sistematizzazione di nuove e pi efficaci esperienze di comunicazione. Ma c di pi perch facile ipotizzare che una “validazione istituzionale” di ordine superiore potrebbe sviluppare lidea progettuale verso un programma strutturato dinformazione e formazione degli operatori in modo da innescare un processo di trasferimento di conoscenza, valorizzazione di buone pratiche, recupero competitivo, differenziazione dellofferta, fidelizzazione al brand, creazione di esperienze di vita ed acquisto irripetibili.
Daltra parte, come recita il rapporto universitario, ben chiaro che arte- cultura-cibo costituiscono, da sempre, un accostamento apprezzato da chi visita il nostro Paese. Chi maggiormente tende ad apprezzare questa offerta il turista enogastro-culturale, poich ricerca unesperienza culturale creativa, innovativa e partecipativa ed interessato al cibo e al pensiero enogastronomico da un punto di vista culturale, nutrizionale, produttivo, storico ed artistico. In altri termini, deve essere sempre pi chiaro ed esplicito agli operatori che lenogastronomia pu essere considerata a pieno titolo un elemento del patrimonio culturale di un luogo: per cui il binomio cibo/vino – arte/cultura non rappresenta una forzatura ma una realt dei fatti in cui la valenza identitaria e culturale deriva dalla sua stretta connessione con il territorio di produzione e le tradizioni locali.
Per finire, qualche cenno al rapporto “Wine, Food&Arts in Italia” realizzato dallUniversit che ha raccolto e documentato una casistica di progetti diversi e multiformi di grande ed articolato interesse indicando percorsi di sviluppo della comunicazione del vino ricchi di grandi opportunit a partire da quelle economiche. Infatti, dal rapporto emerso che le aziende vinicole che investono in nuovo packaging o in etichette dautore percepiscono un aumento del prodotto venduto (fino al 40% in pi) ed una maggiore visibilit aziendale (fino al 60%) che raggiunge il 92% se si investe in produzioni culturali, arte ed eventi multidisciplinari mentre chi si impegnato nel restauro e nella valorizzazione di beni culturali raggiunge fino al 100% in pi di visibilit aziendale e di relazioni con la comunit locale.
Non a caso, sia pure scherzosamente, il Consorzio ha voluto sintetizzare che quello che insegna il Premio Gavi La Buona Italia 2016 : “Prendi larte e mettila da parte perch con larte si guadagna”.