Tecnicamente, il Regno Unito è ancora in isolamento, si possono vendere solo cibi e bevande da asporto o consegnare a domicilio, anche se la situazione è destinata a cambiare il 4 luglio, in base all’annuncio del governo britannico del 23 giugno.
Wine Intelligence, tra aprile e maggio 2020, ha esaminato le intenzioni ed i comportamenti immediati e futuri dei bevitori di vino in 12 mercati chiave a livello globale.
L’analisi si è concentrata su come si sentono i consumatori al pensiero di tornare a socializzare, uscire e viaggiare in futuro. Suddividendo i consumatori in base alle loro intenzioni future, sono stati identificati 4 segmenti chiave:
Halters: Coloro che prevedono di interrompere tutte le attività sociali in futuro
Reducers: Coloro che comprimeranno significativamente il loro stile di vita e la loro vita sociale dopo l’isolamento
Moderators: Coloro che prevedono alcuni cambiamenti nella vita sociale dopo l’isolamento
Hedonists: Quelli che sono determinati ad aumentare la loro socializzazione dopo la pandemia.
In tutti questi mercati il segmento che domina è quello dei “Moderators” con percentuali che vanno dal 39% del Giappone al 56% del Regno Unito. Solo in Giappone il segmento degli “Hedonists”, pronti a tornare ad una forte vita sociale raggiunge una percentuale di quasi un terzo del totale (30%).
Per capire il nostro intento comportamentale futuro dobbiamo iniziare a porci la domanda: i cambiamenti che abbiamo fatto e le possibilità che avremo in futuro sono stati imposti o scelti?
Per molti di noi, le restrizioni di isolamento rientrano chiaramente nella categoria delle imposizioni. In quanto tali, gli scienziati comportamentali suggeriscono che, essendo creature sociali guidate principalmente da comportamenti istintivi e tribali, torneremo ai comportamenti precedenti non appena ci sentiremo sicuri di farlo. E questa è la chiave, sentirsi sicuri è molto diverso da quello che dicono le linee guida tecniche.
Ed è qui che entra in gioco un altro elemento della scienza comportamentale: la prova sociale. Come creature sociali, siamo fortemente motivati a fare quello che fanno tutti gli altri.
Gli scienziati comportamentali direbbero che l’attenzione dovrebbe essere focalizzata su come farci sentire a nostro agio al ritorno.
Dan Ariely, rinomato autore e professore di psicologia ed economia comportamentale alla Duke University, suggerisce che quando i ristoranti riapriranno, la maggior parte di noi si sentirà nervosa.
La chiave è che gli operatori insegnino ai loro clienti che le cose non sono così pericolose, dato che il livello di preoccupazione sarà più alto del rischio effettivo. Quindi, se la chiave è ridurre la sensazione di paura, il punto di partenza potrebbe essere quello di enfatizzare i livelli di sicurezza.
Una soluzione potrebbe essere inizialmente quella di avere i tavoli nei ristoranti distanziati di 5 metri l’uno dall’altro rispetto all’obbligo di 1 o 2 metri, per poi poi avvicinarli gradualmente man mano che i clienti acquistano fiducia.