La conferenza stampa di presentazione che si è tenuta presso Villa Brandolini a Pieve di Soligo, è stata introdotta da Elvira Bortolomiol, Presidente del Consorzio di Tutela che ha fatto il punto sull’andamento generale della denominazione:
“Partiamo da un dato positivo, le bottiglie certificate ad oggi sono 64 milioni, ciò significa che nel 2021 abbiamo registrato un +37% delle certificazioni rispetto all’anno passato.
La denominazione è in piena salute, le analisi in vigneto assicurano una annata che ricorderemo per qualità.

Nei nostri appuntamenti richiamiamo sempre al tema della sostenibilità ambientale che per le nostre aziende si traduce in sostenibilità economica e sociale. Il rispetto delle regole per noi è importante, la denominazione cerca costantemente di sviluppare collaborazioni con le amministrazioni locali. Dobbiamo essere in grado di condannare gli abusi per preservare il nostro territorio e l’ambiente.

In questo senso, il consorzio permette alle aziende di certificarsi SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), le aziende che hanno già fatto questa scelta virtuosa sono 117 per un totale di 1396 ettari. Entro il 2029 vorremmo che tutte le aziende legate al consorzio fossero certificate.

Marta Battistella, referente dell’Ufficio Tecnico-Viticolo del Consorzio di Tutela
Abbiamo registrato un ritardo fenologico, è stata una primavera piuttosto fresca, soprattutto nel mese di maggio.
Le temperature di luglio sono rimaste nella media ed in agosto abbiamo registrato dei giorni freschi che hanno influito positivamente sul livello di acidità della Glera.

In generale abbiamo avuto un ritardo di 10-11 giorni rispetto alla media, dovuto all’andamento delle temperature che hanno influito su fioritura e invaiatura.

Per quanto riguarda le precipitazioni, i valori totali sono stati simili tra Valdobbiadene e Conegliano, il mese più piovoso è stato maggio, mentre nel mese di giugno le precipitazioni sono state scarse. Luglio e agosto sono rimaste nella media.

È stato un anno molto simile a quelli del 1998 e del 2005, la qualità è stata garantita dai giorni freschi che daranno le giuste note di acidità al prodotto.

Mario Silipo, referente dell’Ufficio Vigilanza del Consorzio di Tutela
Per quanto riguarda le novità legislative relative alla vendemmia 2021, partiamo dal livello produttivo e dalle rese.
Il livello produttivo rimane quello previsto dal disciplinare, non c’è nessuna variazione in diminuzione per quanto riguarda i quantitativi di uva.
Le rese saranno:

  • 135 quintali/ettaro per Conegliano-Valdobbiadene
  • 130 quintali/ettaro per Rive
  • 120 quintali/ettaro per Cartizze

Da quest’anno è prevista la sospensione per altre 3 annate per quanto riguarda i nuovi impianti della denominazione, il potenziale della denominazione rimane ancorato al dato del 31 luglio 2021. 

Rimane ancora in vigore il blocco delle rivendicazioni, nel 2019 era stato fatto questo provvedimento per mantenere il quantitativo ed evitare declassamenti. Coloro che nel 2019 avevano dichiarato di rientrare nella denominazione dovranno rivendicare anche quest’anno la denominazione. Questo per avere un potenziale contingentato.

Nel giugno di quest’anno è stata disposta la liberazione del prodotto stoccato nel 2020 come denominazione Conegliano-Valdobbiadene.

Quest’anno ci sono state anche delle avversità atmosferiche che hanno interessato in particolare 2 fasce importanti:

  • frazione di Colbertaldo
  • frazione di Col San Martino

Abbiamo chiesto l’intervento di Avepa e per queste zona è stata ridotta la resa a 60 quintali/ettaro per Colbertaldo ed a 80 quintali/ettaro per Col San Martino.

Per Rive e Cartizze è implicito che la raccolta sia manuale, per la produzione di vini sui lieviti (nuova tipologia introdotta nel 2019) il disciplinare prevede che le uve possano provenire da vendemmie manuali. Quindi se si rivendicano le denominazioni Rive o Cartizze le uve dei vini sui lieviti dovranno essere necessariamente raccolte a mano.

In chiusura Elvira Bortolomiol, Presidente del Consorzio di Tutela ha voluto sottolineare le peculiarità della denominazione che prevede zone in cui la vendemmia è effettuata rigorosamente a mano: “Questo comporta un lavoro e dei costi eccezionali. In media la raccolta a mano prevede 600-700 ore di lavoro per ettaro. In questo contesto è importante la sicurezza visti i pendii e le difficoltà che impone il nostro territorio.