Il Rapporto Coop 2022 è stata una interessante occasione per analizzare non soltanto la situazione e i dati più recenti della grande distribuzione italiana ma anche per esaminare le peculiarità del frangente storico, geopolitico, economico e sociale in cui ci troviamo.
La prospettiva non è rosea, siamo immersi in uno scenario mondiale di incertezza e mutamento radicali e le emergenze sembrano accavallarsi l’una sull’altra: varianti pandemiche, cambiamenti climatici, inflazione, conflitto russo-ucraino, aumenti e speculazioni nel settore energetico.

Albino Russo, Direttore Generale ANCC COOP, ha dato avvio al Rapporto Coop 2022 citando il politologo Francis Fukujama e la sua opera più emblematica dal titolo “La fine della storia e l’ultimo uomo”.

“La fine della storia” secondo Russo è stato un testo capace di rappresentare il sentire di quegli anni, in cui in Italia terminava la cosiddetta “Prima Repubblica” ed era appena caduto il Muro di Berlino. Fukujama era convinto che si fossero definitivamente imposti il libero mercato, la democrazia e l’innovazione tecnologica e che le follie del ‘900 definito anche “Secolo breve” sarebbero state solo un lontano ricordo.

“Quelli del libero mercato e della democrazia sono stati miti condivisi da 2 generazioni, oggi però abbiamo la consapevolezza che Fukujama sbagliava e non solo lui. Ora assistiamo ad una “tempesta perfetta”, quello che abbiamo davanti è un nuovo mondo, secondo alcuni un mondo nuovamente pericoloso che soprattutto mette in dubbio il mito della globalizzazione”.

Nel 2019 l’Economist pubblicò una copertina coniando un nuovo termine: la “slowbalization”. La globalizzazione ha certamente portato sviluppo e benessere ma ha mostrato anche il suo lato debole, soprattutto durante la pandemia quando singole crisi locali – ad esempio le chiusure di Shangai o del Porto di Suez – sono state in grado di creare gravi problemi a livello globale.

In sostanza secondo Russo, “La globalizzazione si sta riprendendo un po’ di quello che ci ha dato ed è venuto meno anche il secondo mito, quello della democrazia. Il 40% del PIL mondiale è fatto da Paesi che non hanno un regime democratico, solo il 29% è prodotto da Paesi democratici.
Inoltre anche all’interno delle democrazie c’è una forte spinta anti-sistema, la vicenda drammatica di Capitol Hill ne è la rappresentazione più plastica”.

Russo ha sottolineato che la guerra russo-ucraina ha messo in evidenza anche una certa fascinazione culturale degli italiani per la Russia che risultano i più putiniani d’Europa e pur ritenendosi parte dell’Alleanza Atlantica, ritengono in maggioranza che dovremmo assumere una posizione più autonoma.

Uno degli elementi più forti che emergono dal Rapporto Coop riguarda il fatto che gli italiani sono in allerta e si attendono più pericoli che opportunità dall’esterno. Sono preoccupati per la situazione politica e, secondo le previsioni, circa l’80% andranno a votare.

Il tema ambientale è l’altro elemento che emerge con forza tra le preoccupazioni degli italiani, il 51% dichiara che si tratta di una priorità.

La maggioranza del Paese sta reagendo in maniera positiva, ma le numerose crisi degli ultimi anni hanno spinto ai margini 18 milioni di italiani che dichiarano di essere in condizione di povertà.

“Già nel 2021 avevamo capito che lavorare non basta più per uscire dalla povertà” rileva Russo “è 20 anni che i salari non aumentano. Abbiamo gli stessi salari degli spagnoli ma la vita costa il 20% in più, quasi come in Germania ma guadagniamo mediamente il 33% in meno”.

Nel 2022 l’inflazione segnerà un aumento medio di 2300€ per famiglia e sarà superiore per le famiglie monoreddito o mono-genitore.

Per quanto riguarda i consumi alimentari, dal Rapporto Coop risulta che gli italiani, nonostante le condizioni avverse, non rinunceranno alla qualità ma saranno più attenti alla quantità, in linea generale eviteranno i prodotti premium, i RTE (ready to eat), le marche leader, i prodotti etnici ed i prodotti senza glutine.
Anche i prodotti biologici sembrano subire questo frangente sfavorevole, il 18% degli italiani nel 2021 dichiarava di comprare prodotti bio, il dato ora è all’11%.

Un altro elemento su cui riflettere riguarda la vendita online, abbiamo assistito al boom dell’e-commerce ma rimane un mercato minoritario ed in Italia siamo agli ultimi posti in Europa: in sostanza agli italiani piace fare la spesa sui punti vendita.

La GDO vive ora la stagione più difficile della sua storia, a causa dell’impatto congiunto di 2 grandi crisi globali, quelle dei settori dell’alimentazione e dell’energia: “L’incidenza dei costi energetici per la GDO era nel 2020 di poco inferiore all’1,5%, la stima oggi più accreditata è che quell’incidenza salirà al 5%. Uno tsunami sul retail italiano” ha concluso Russo.

Maura Latini, Amministratrice Delegata di Coop Italia ha posto l’accento sulla capacità di reazione delle famiglie italiane, nonostante l’11% di inflazione all’acquisto ed il problema non trascurabile delle speculazioni in atto.

“La prima buona notizia è la reazione di una parte importante (60%) delle famiglie italiane che sta affrontando il futuro con consapevolezza” ha dichiarato Latini, “La pandemia ha spinto ad una valutazione diversa del cibo rispetto al passato. Il cibo è benessere, socialità, un modo di intendere la vita più vicino alle tradizioni del nostro Paese”.

Secondo Latini, nel futuro la sfida del settore alimentare si concentrerà su produrre e distribuire cibo buono, sostenibile e conveniente: “Può sembrare un ossimoro (sostenibilità e convenienza), ma si tratta della sfida del futuro. La pandemia ci ha fatto comprendere che il cibo di qualità è salute e benessere e l’ambiente va preservato perché garantisce proprio salute e benessere. Questa è una consapevolezza importante, non è un caso che la paura più grande per gli italiani è il cambiamento climatico e gli eventi climatici estremi”.

A partire dal mese di giugno 2022 Coop ha rilasciato circa 1000 nuovi prodotti concentrati in alcune categorie: “La nuova offerta è indispensabile perché i consumatori sono cambiati. La sfida è offrire prodotti sostenibili, buoni e con un prezzo contenuto” ha riassunto Latini.

Secondo Marco Pedroni, Presidente ANCC COOP e Coop Italia siamo di fronte ad una situazione densa di incognite e pericoli ma, come sempre, per qualcuno questo frangente sarà foriero di opportunità.

“Si vedono anche degli elementi positivi. Ad esempio, ci si poteva aspettare che di fronte a tutte queste crisi, i temi ambientali sarebbero finiti nel cassetto ma non è stato così” ha fatto notare Pedroni.

Pedroni ha rimarcato il fatto che ben 18 milioni di italiani hanno difficoltà economiche serie, si tratta di quasi un terzo della popolazione totale (59 milioni circa) che vive in condizioni di povertà: “I sistemi di imprese come la GDO che hanno a che fare direttamente con la vita dei cittadini, debbono tenere conto di questa situazione. Siamo convinti che andando incontro ai bisogni degli italiani avremo anche un vantaggio aziendale”.

Secondo Pedroni, i prodotti a marchio possono essere lo strumento attraverso cui poter dare una risposta a chi non può sostenere la fascia alta degli acquisti. Questa scelta fatta ben prima di questa situazione è stata una scelta strategica particolarmente lungimirante. Convenienza, qualità e sostenibilità sono i 3 perni su cui abbiamo sviluppato i nostri prodotti a marchio”.