Sarebbe meglio che i vini di quest’annata 2020 venissero proposti al mercato almeno a fine Aprile 2021.
Per questa considerazione non posso prescindere dallo scrivere: per chi ne è capace e cioè per chi produce vini che con il tempo raggiungono il loro equilibrio ed il tempo né amplifica le caratteristiche.

Il mercato spesso obbliga il produttore ad affrettarsi a mettere in bottiglia il vino dell’annata come se il tempo corresse più delle esigenze del prodotto che vuoi ottenere.
Più volte lo abbiamo detto, il tempo del vino in bottiglia non lo improvvisi, non è lo stesso vino che produci per essere venduto mesi prima o mesi dopo. 

Cambia tanto. Cambia la gestione della pianta perché lasci più foglia per una maturazione più lenta, cambia la temperatura durante la fermentazione perché non serve abbassarla troppo per avere più profumi primari, cambia il periodo che il mosto-vino giace sulle fecce pulite una volta terminata la fermentazione, ma non cambia la quantità di uva che ha la pianta perché la durata di un prodotto è comunque proporzionale ad i kilogrammi prodotti.

Venderesti con calma il vino che è già in bottiglia e lasceresti più tempo al vino che lo sarà. 

È il momento per farlo, è il momento per farlo capire, per trasmettere al mercato che essere vignaioli non significa solo produrre per sfruttare una pianta e cambiarla ogni 30 anni ma lasciarla vivere perché con l’aiuto del tempo il suo prodotto sarà più buono ma avrà bisogno di più tempo.

Questa mia breve analisi non vuole essere un insegnamento agli altri ma solo un momento di riflessione per tutti quelli che operano nello stesso campo ma che alla fine si realizzano solo se qualcuno stappa le bottiglie.