“Una ventata di aria fresca”: così ci sentiamo di definire l’evento a cui abbiamo partecipato lunedì 20 maggio a Trento, presso la suggestiva location di Palazzo Roccabruna. Un’edizione decisamente rinnovata della storica e prestigiosa Mostra dei Vini del Trentino, giunta quest’anno al suo 81^ compleanno.

Ad accoglierci una giornata decisamente poco primaverile, quella che ha visto protagonisti i 43 produttori presenti, riuniti sotto le grandi ali del Consorzio Vini del Trentino, istituzione che raduna le principali DOC del territorio e che con questo evento ha scelto di celebrare la produzione di successo della regione. Spazio anche alle distillerie, in una sezione dedicata all’interno del palazzo, dove 18 distillerie riunite dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino, hanno accolto, insieme alle aziende vitivinicole, gli operatori del settore, nella giornata a loro riservata.
Abbiamo avuto modo di chiacchierare con produttori e visitatori, e ne sono emersi alcuni spunti decisamente interessanti, che andiamo a riportare di seguito.

La produzione vitivinicola trentina si conferma un settore orgoglioso e soddisfatto, dove l’autoconsumo sostenta sufficientemente e non spinge i produttori a spostarsi troppo dal mercato Italia. L’HORECA è il canale favorito, e molte aziende non puntano sull’export, o almeno non ancora, in quanto il mercato Italia soddisfa e produce introiti. Alcuni esempi: Azienda Grigoletti, con una produzione complessiva di 60.000/70.000 bottiglie ed una fortissima vendita in cantina, non esporta, se non una piccola percentuale in Germania, mercato vicino e già istruito sulle denominazioni; oppure Cantina Vivallis, che vanta 850 conferitori e che sta investendo molto in un progetto di rinnovo della Cantina e di tutto ciò che concerne la comunicazione, sui social specialmente.

Altre aziende, invece, scelgono di usufruire della via dell’export, nonostante la loro forza nel mercato nazionale, anche se in rari casi le esportazioni superano la percentuale dell’Italia. I mercati favoriti rimangono Germania e Stati Uniti, come ci conferma tra tanti Marco Meneghelli di Cantina Roeno, che sottolinea: “Far parte di un Consorzio ci aiuta sui mercati esteri, oltre a Germania e Stati Uniti esportiamo in circa 25 Paesi, l’export rappresenta per noi il 50%, e presentarsi uniti in squadra ha più peso con i consumatori internazionali”. Anche Endrizzi, tra le cantine presenti, dedica della totale produzione di 600.000 bottiglie tra le tenute Trentine e Toscane, una buona percentuale all’export, in particolare 40% Germania, 10% Svizzera, 20% in altri Paesi esteri e 30%Italia.

Anche il target di consumatori sta cambiando, grazie alla popolarità dell’Istituto Trento DOC, infatti, molti giovani italiani hanno iniziato a guardare con occhio interessato il Trentino. Ci dice inoltre l’azienda Mas Dei Chini, in Italia le bollicine Trento DOC, si lasciano vendere bene in Emilia Romagna, complice lo straordinario abbinamento vino e piatti tipici, i gustosi taglieri di salumi della zona, ad esempio.

Sono molte le cose che si imparano grazie ad eventi del genere, e ci sentiamo di spendere qualche buona parola per il Consorzio Vini del Trentino. Per noi che guardiamo alla comunicazione e agli eventi sempre con grande ammirazione, Trentino&Wine dimostra con molta eleganza le caratteristiche dei cittadini della regione, caratterizzata da zone diverse, mentalità diverse e, con gran fortuna, caratteristiche varietali diverse, ma anche da una grande passione per il mestiere ed una dedizione lodevole alla comunicazione fra cantine, città e consumatori.

Sorridiamo alle parole di Graziano Molon, Direttore del Consorzio, che ci saluta dicendo “siamo molto contenti di come sia andato l’evento, abbiamo ricevuto un pubblico stimolato dall’incontro con i nostri produttori ed operatori di settore validi. Certamente la prestigiosità della Mostra dei Vini del Trentino ha favorito questo successo, e con Trentino&Wine vogliamo crescere per le prossime edizioni, questa però è stata decisamente una bella partenza”.