Nelle prime stime divulgate a inizio settembre da Assoenologi, Ismea e Uiv l’annata 2022 l’avevamo caratterizzata con elementi di eccezionalità per l’evoluzione dell’andamento climatico e meteorologico. Ed infatti, guardando bene i dati definitivi della vendemmia, non possiamo che confermare tale previsione. Se da un lato la produzione complessiva si è mantenuta ai 50 milioni, la ripartizione sui territori non ha pienamente rispettato le previsioni proprio per le particolari situazioni meteo che hanno caratterizzato i mesi della raccolta. Le regioni del Nord, colpite da temperature estive torride accompagnate poi dai fenomeni temporaleschi in agosto (anche con qualche danno), che potevano far pensare  a produzioni contenute, si sono invece caratterizzate per un buona tenuta delle produzioni e addirittura in evidente aumento in Veneto e Friuli proprio grazie al positivo andamento dei mesi di settembre e ottobre e ad una conduzione del vigneto da parte di tecnici che ormai esprimono una tecnica attenta e professionale di altissimo livello con risultati davvero ottimali.

Di contro nelle regioni del Sud, in particolare Campania e Sicilia e parte della Puglia, le torride temperature estive e la stentata vegetazione, che si pensava fosse compensata dalle piogge del mese di agosto, hanno invece determinato una evidente riduzione della produzione che deve far riflettere su come trovare forme di soccorso idrico adeguato in casi di temperature eccezionali come quelle dell’estate scorsa. Anche al Centro, Lazio e Abruzzo hanno risentito più del previsto dello stress estivo subito dai vigneti.

Alla luce dei dati definitivi, la vendemmia 2022 risulta leggermente sopra alla media degli ultimi 5 anni ma allineata nel lungo periodo considerando anche il costante rinnovamento dei vigneti e l’attenta conduzione tecnica che oggi esprimono le aziende viticole, a garanzia di un’adeguata produzione e qualità. Con questa analisi ci approcciamo alla prossima vendemmia con grande apprensione e incertezza per un 2023 che già si sta caratterizzando per un andamento climatico all’insegna della variabilità e che vede già impegnati i tecnici viticoli e gli enologi in un attento lavoro di monitoraggio e di tempestiva programmazione delle operazioni di campagna per garantire un adeguato livello qualitativo al vino italiano.

Fonte: Assoenologi