Il TTB (Alcohol and Tobacco Trade and Tax Bureau), ufficio del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti responsabile della regolamentazione del commercio di alcolici in America, in un recente comunicato ha dato indicazioni su quelle aziende vinicole che commercializzano il loro vino con l’appellativo “clean wine”.

“I consumatori non dovrebbero interpretare il termine come se significasse che la bevanda è biologica o ha soddisfatto altri standard di produzione stabiliti dal TTB” ha evidenziato.

A volte i produttori usano la parola “pulito” per descrivere il gusto di un vino, ma non è questo aspetto che preoccupa il TTB.

Il TTB rileva che: “Il termine è usato insieme ad altre parole per creare l’impressione ingannevole che il consumo della bevanda alcolica avrà dei benefici sulla salute o che i rischi per la salute associati al consumo di alcol saranno mitigati”.

Secondo il TTB questo tipo di affermazioni relazionate con il termine “clean wine” sono da ritenersi ingannevoli.
Questa non è ovviamente una sentenza legale, né un impegno per un’applicazione specifica, ma il TTB non ha usato mezzi termini e sta inviando un messaggio chiaro.

In sostanza, Cameron Diaz e molti altri commercianti di vino che seguono il trend del “vino pulito”, dovranno smettere di usare il termine, o diventare molto più creativi per non incappare in effettive sanzioni da parte del TTB.

Non si conosce l’effettiva entità delle potenziali sanzioni che il TTB potrebbe imporre, ma in passato le multe hanno raggiunto le centinaia di migliaia di dollari ed anche 1 milione in un paio di casi.

Cameron Diaz ha senz’altro degli ottimi avvocati, ora sarà interessante vedere quanto tempo ci vorrà perché il sito web di Avaline tolga la parola “clean” dalle sue pagine.