Dalle piccole startup che operano in settori di nicchia alle grandi aziende che cercano di rivoluzionare le vendite dirette di alcolici, recentemente negli Stati Uniti si sono avvicendate molte aziende tecnologiche incentrate sul vino. Il complesso panorama delle vendite di alcolici negli Stati Uniti presenta innegabili ostacoli per qualsiasi azienda vinicola in cerca di finanziamenti. E le recenti impennate dell’inflazione e l’incertezza economica non hanno fatto altro che aggravare i problemi di queste aziende.

Quest’anno è stato pubblicato anche il rapporto della Silicon Valley Bank 2022 State of the U.S. Wine Industry, che ha evidenziato il declino delle vendite di vino tra i consumatori Millennial. I Millennial che maturano e la Generazione Z che sta raggiungendo l’età legale per consumare alcolici, hanno palesato che esiste una disconnessione tra loro e l’industria del vino che, per certi versi, sembra ferma a un’epoca passata.

SevenFifty Daily ha recentemente pubblicato un articolo che approfondisce le strategie di alcune aziende che stanno abbracciando le ultime innovazioni tecnologiche per coinvolgere i consumatori di vino più giovani.

Vine Drop di Jonathan Shapiro è una startup lanciata nel 2020, dedicata a vini naturali unici. Shapiro era consapevole che non c’era un mercato del vino che si concentrasse esclusivamente su questo stile di vino. La sommelier dell’azienda, Holly Berrigan, cura le selezioni di vini provenienti da tutto il mondo che arrivano giornalmente via SMS ai clienti. Il prezzo varia da 18 a 40 dollari, con un punto di forza a 25 dollari. 

Dopo aver registrato una crescita delle vendite negli ultimi sei mesi, Shapiro ritiene che ciò che attrae i clienti di Vine Drop sia la possibilità di ordinare solo un numero limitato di bottiglie via SMS. Le scorte sono limitate, quindi i clienti hanno un breve lasso di tempo per effettuare un ordine. Una volta inviato un messaggio di risposta, l’ordine viene effettuato e i clienti ricevono contestualmente informazioni e curiosità sul vino acquistato che rendono il consumo divertente e accessibile.

Un altro esempio è Scoperta! Wine, un mercato online che offre vini di cantine boutique con l’obiettivo di rendere la ricerca di nuovi stili di vino semplice e piacevole per i consumatori. In quanto marketplace, Scoperta! non ha bisogno di aderire alle leggi sugli alcolici dello Stato, ma funge da collegamento tra il consumatore e l’azienda vinicola, spedendo gli ordini direttamente al consumatore.

L’obiettivo di Katerina Axelsson, CEO di Tastry – azienda di scienze sensoriali che utilizza la chimica avanzata, l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale per abbinare i consumatori ai prodotti che amano – è quello di utilizzare la scienza per colmare il divario tra produttori e amanti del vino. Utilizzando una esclusiva metodologia di chimica analitica, Tastry ha identificato oltre 100.000 preferenze di palato e abbinato i consumatori ai vini corrispondenti.

David Garrett, un veterano di oltre 20 anni nel settore tecnologico, vinicolo e finanziario, ha lanciato Club dVin nel gennaio 2022 insieme a Brian Feuer per dare forma al futuro del vino. “Sono da sempre un fan del modello direct-to-consumer e della creazione di comunità”, afferma Garrett. L’idea di creare NFT per il vino è nata vedendo l’industria dei diamanti creare gemelli digitali per alcuni dei gioielli più ambiti del pianeta. 

“Continuavo a pensare: e se potessimo fare la stessa cosa e creare gemelli digitali per il vino?”, ricorda Garrett. “La gente sa cosa sono gli NFT e ne è curiosa. Possiamo avere una prospettiva di consumo davvero interessante, che include comunità, branding e raccolta dati”. 

Molte delle aziende vinicole con cui Club dVin lavora sono produttori da collezione e da investimento, il che significa che hanno una base di clienti di alto valore. “Quando chiediamo loro di cosa sono più preoccupati”, dice Garrett, “immancabilmente rispondono che non riescono a capire la prossima generazione”. Garrett riconosce che i Millennial e le generazioni più giovani danno valore alla loro identità digitale oltre che alle esperienze, e Club dVin affronta questo problema: “Tra cinque o dieci anni, credo che ogni vino sarà considerato da collezione perché avrà un NFT”. 

Negli USA le aziende vinicole di tutte le dimensioni continuano a scoprire nuove opportunità per espandere il loro approcio digitale e attirare un maggior numero di consumatori Millennial: dalle applicazioni mobili e dai siti di facile utilizzo che rendono l’acquisto facile e veloce, alle confezioni che includono un codice QR sul prodotto.