La crescita dei prezzi per i vini top italiani sta superando quella delle regioni più blasonate, confermando il rinnovato interesse per il vino italiano.
Secondo Wine Searcher, chi ricerca il vino come investimento attualmente può trovare in Italia la vera alternativa a Bordeaux, Borgogna e Napa.
I vini pregiati italiani hanno goduto di alcuni anni di successo, con prezzi medi globali in costante aumento, mentre i vini di alta fascia tradizionali sono rimasti fermi o hanno subito flessioni.
È stato un anno difficile per il vino da collezione: la pandemia di Covid-19 ha colpito duramente le vendite dei ristoranti, i tempi incerti hanno visto gli investitori battere in ritirata ed i dazi hanno ulteriormente sconvolto quella che era una macchina di vendita e distribuzione ben rodata.
Ma le conseguenze non sono state uniformi in tutte le regioni vinicole di punta.
L’Italia ne è uscita vincitrice, nonostante il difficile quadro globale. L’interesse e la domanda di vino italiano è cresciuta e questa impennata della domanda di vino italiano si riflette nei prezzi, soprattutto nella fascia alta.
I prezzi del Brunello, dei Super Tuscans, del Barolo e dell’Amarone stanno registrando aumenti, in particolare i vini più costosi di queste denominazioni.
Questo è in netto contrasto con Napa dove gli aumenti non hanno riguardato i vini di punta e con Bordeaux, i cui prezzi risultano stagnanti a tutti i livelli, eccezion fatta per Pomerol e Saint-Émilion.
L’ultima classifica di Wine Searcher è stata stilata ben 4 anni fa ed i cambiamenti sono notevoli.
Ci sono quattro nuovi ingressi, ma è l’andamento dei prezzi che attira davvero l’attenzione.
Negli ultimi 6 anni il Roagna Crichet Paje Barbaresco DOCG, ad esempio, ha registrato un sorprendente aumento del 68,5 per cento del prezzo medio ($1.225). Il Conterno Monfortino Barolo Riserva DOCG è salito del 60 per cento ($1.213), mentre il Mascarello Monprivato Barolo Riserva DOCG è salito del 57 per cento ($627).
Anche nell’ultimo anno la performance è stata impressionante. Mentre altre regioni hanno faticato, i vini italiani sono cresciuti in valore di una media del 10,8 per cento.
Il Giacosa Rocche di Castiglione ha registrato un aumento del prezzo medio del 35,6%, il Case Basse del 23,5% e il Quintarelli Amarone Selezione del 17,5%. Anche il Calvari Refosco e il Mascarello Monprivato sono cresciuti rispettivamente dell’1,2 e dell’1,5% negli ultimi 12 mesi.
Questi dati sono ancora più significativi se confrontati con i risultati dei Bordeaux nello stesso periodo.
I prezzi medi globali sono tutti in flessione nell’ultimo anno ed anche i vini Bordeaux di fascia alta, pur evidenziando una crescita, non sono paragonabili ai successi italiani. Nell’ultimo anno il miglior performer tra i vini Bordeaux è Petrus, con un aumento del 2,66%.
I dati parlano chiaro anche sul lungo periodo, la crescita dei vini italiani di punta ha superato di gran lunga quella dei francesi. Margaux è stato il migliore negli ultimi quattro anni, con un aumento del prezzo medio del 10,5%. L’incremento percentuale più basso tra i vini italiani è stato quello dell’Amarone Classico Riserva Quintarelli con un incremento del 9,26%.