La complessa situazione sanitaria mondiale ha avuto e avrà nel prossimo decennio delle importanti ripercussioni sulle attività economiche, da cui non sono di certo esclusi i mercati agroalimentari.
È per questo che la Commissione Europea ha stilato il report previsionale “EU Agricoltural Outlook for Markets, Income and Enviroment 2021-2031” in cui si focalizza su tutte le produzioni agricole. Considerando l’importanza che il vino ricopre nel mercato e nella cultura europei, una sezione di questo report è ad esso dedicata.
Vengono presi in considerazione tre parametri: i volumi di produzione, l’export e l’andamento dei consumi.
Volumi di produzione
Nei prossimi dieci anni si prevede che la superficie vitata rimanga tendenzialmente stabile, anche a causa del sistema di autorizzazioni di impianto che non permette di mettere a dimora un numero significativo di nuovi vigneti. Però, a parità di superficie, la quantità di vigneti coltivati secondo un criterio qualitativo (DOP, IGP o biologico) continuerà ad aumentare come nel decennio 2010-2020.
I disciplinari più stringenti ed il cambiamento climatico creeranno le condizioni per una resa in prodotto a livello comunitario via via decrescente (-0,2% ogni anno fino al 2031). Questa condizione potrà essere in parte compensata dall’utilizzo di varietà tolleranti le condizioni climatiche più avverse.
Export
Per quanto riguarda l’export del vino europeo, si osserva che negli anni passati ha registrato andamenti fluttuanti dimostrandosi mediamente stabile prima dell’arrivo della pandemia, cui è seguita una repentina ed ingente decrescita terminata a sua volta con un incremento record a cavallo tra il 2020 ed il 2021.
Nel decennio a venire si stima una continua crescita, pari a +0,5% annuo fino al 2031. Il vino caratterizzato da un’indicazione geografica europea è dotato di un forte appeal sui mercati extracomunitari. Anche gli spumanti, sempre più graditi al pubblico, rappresentano un potente driver per l’aumento dei volumi.
Inoltre, a livello internazionale, la domanda di vino a basso prezzo è sempre maggiore, quindi anche i prodotti che si inseriscono in segmenti di mercato in cui la qualità non è di primaria importanza potrebbero essere sfruttati dai produttori europei per incrementare l’export.
Lo scenario sembra opposto per quanto concerne l’import, denotato da un probabile rallentamento.
Andamento dei consumi
Sebbene ogni Paese dell’UE abbia delle differenze sostanziali, l’andamento generale dei consumi interni è decrescente e continuerà ad esserlo fino al 2031, anno in cui si prevede che si assumeranno mediamente 22 litri pro capite, contro i 29 litri del 2010.
Il rallentamento del consumo sarà compensato in piccola parte dall’incremento della produzione di derivati del vino a seguito di distillazioni o altri processi industriali, per cui l’uso interno rimarrà pressoché stabile nella prossima decade.
I consumatori bevono meno a causa dei profondi cambiamenti caratterizzanti lo stile di vita dell’uomo contemporaneo, accelerati dall’avvento della pandemia. Si ricorre sempre di più agli acquisti online (trend destinato a crescere) ed al consumo in ambiente domestico piuttosto che in occasioni conviviali.
Anche l’attenzione alla sostenibilità è una leva fondamentale, orientando il consumo verso prodotti biologici e naturali.
Si osserva inoltre che una tendenza sempre più importante dei vari segmenti della popolazione suddivisi per fasce d’età a consumare prodotti differenti. Un esempio emblematico è la crescente richiesta da parte dei giovani nei confronti di bevande a basso contenuto alcolico, in quanto sembrano più consapevoli della necessità di moderarne il consumo, e verso gli spumanti per la loro versatilità di utilizzo.