“Da domani mi alleno e faccio esercizio fisico.. – ..oggi son proprio stanco, rimando a lunedì”.
“Ho deciso farò quel Master in comunicazione.. – ..ma non ce la farò mai a seguire tutte quelle lezioni”.
Succede a tutti lungo un percorso di crescita, lavorativo o personale, di sentire quella “vocina” che mette in discussione la nostra determinazione, fiducia ed entusiasmo.
Capita nelle sfide quotidiane in modo più evidente e capita ancor di più in quelle più difficili e lunghe. In quest’ultimo caso il dubbio si insinua in maniera ancor più velata e la difficoltà nel portare avanti quanto deciso o quanto si sta cercando di superare si fa più ardua.
Stiamo parlando del nostro lato “oscuro”, ossia quella parte di noi che opera come una forza costantemente in contrapposizione alla nostra realizzazione. Realizzazione dei nostri obiettivi, sogni, crescita e quindi di un cambiamento positivo.
Questo aspetto di noi “contrario” ha due caratteristiche fondamentali:
- non si fa riconoscere per quello che è, ad esempio il richiamo del divano quando abbiamo deciso di andare tutti i giorni a fare una corsa per manterci in forma fisica;
- ci toglie forza vitale, ossia mina la fiducia e l’entusiasmo.
Inoltre può esprimersi in due modi:
- esterno a noi: ogni cosa sembra opporsi, fare resistenza alla nostra corsa verso il traguardo che ci siamo dati e tutto sembra dire che non ce la faremo mai. Ad esempio: quando stiamo affrontando una difficoltà economica e i problemi sembrano aggiungersi invece di diminuire.
- interno a noi: può essere sia il dubbio e la sfiducia verso le nostre capacità quando si tratta di realizzare un sogno o un obiettivo, oppure la nostra “resistenza interiore” al cambiamento, quest’ultima è un processo naturale che tenta di preservare “l’equilibrio” in cui stiamo. La resistenza interiore quindi ha anche una funzione positiva e di tutela quando il cambiamento è negativo, diventa un aspetto conflittuale quando si scontra con la nostra spinta ad un cambiamento positivo.
In tutti i casi possiamo dire che questo lato di noi crea una “resistenza” al nostro progresso.
La “Resistenza” ha un’unica missione: preservare lo status quo ed è disposta ad utilizzare qualsiasi mezzo per assicurarsi che nessuno di noi realizzi i suoi sogni.
Il nostro lato “oscuro”, non è qualcosa di negativo, non è qualcosa da dover eliminare, ma da accogliere e trasformare. Si chiama “oscuro” perché appunto non si vede e tenta di tirare fuori il peggio di noi, ma in realtà può avere esattamente la funzione opposta, cioè di aiutarci a tirar fuori il meglio di noi quando tentiamo di affrontarlo.
E proprio perché abbiamo detto che una delle sue caratteristiche è l’abilità nel non farsi riconoscere, il primo passo per superarlo è “smascherarlo”.
Vediamo quindi in che forma può presentarsi.
La “Resistenza” può essere sotto forma di:
- Razionalizzazioni
- Paure
- Ansie
- Distrazioni
- Dubbi
Non importa l’abito che decide di indossare, la “Resistenza” continuerà comunque ad ammaliarci o ad attaccarci finché non avrà raggiunto il suo scopo: ostacolare il nostro cambiamento.
L’altro passo da fare per affrontare questa parte “oscura”, visto che tende a toglierci forza vitale e l’entusiasmo, è “ricaricarci” con cose belle, che ci portino ad aumentare il nostro benessere e la nostra energia.
Ma il passo imprescindibile da fare è chiarire “il perché” di quello che stiamo facendo, deve essere un perché “grande”, rivolto al futuro e che si relazioni profondamente con i nostri valori più alti.
Esempio. Vuoi superare la crisi economica? Perché? Certo per non avere problemi di soldi e vivere bene, ma non basta. Il perché più alto può essere per costruire una casa per la mia famiglia, per dare lavoro a tante persone e realizzare assieme qualcosa di significativo.
Affrontare la “Resistenza” non è mai piacevole e non diventa mai semplice, ma ogni volta che le teniamo testa, la nostra disciplina diventa un po’ più forte e i nostri sogni un po’ più vicini.