È la cantina cooperativa Settecani, 180 soci sul territorio modenese di Castelvetro – la sede è proprio nell’omonima frazione Settecani, ad avermi interessata per il suo contributo all’ambiente, al territorio, all’unicità del prodotto che ancora una volta parla il linguaggio di vitigni storici come Pignoletto e Grasparossa. Sono occorsi cento anni per arrivare a un lavoro che avesse un significativo impatto sull’ambiente, un obiettivo che non è rimasto un intento ma si è reso concreto con la certificazione di prodotto VIVA, ottenuta nel 2016 e quella aziendale nel 2019. Sforzi importanti che oggi hanno un senso etico oltre che ambientale, certi che la gestione delle risorse della terra sia indispensabile per la nostra stessa sopravvivenza. Ma torniamo al vino che è il risultato di questa filosofia. Mi è piaciuto particolarmente 7Note, il Pignoletto spumantizzato Metodo Martinotti il cui eco agrumato di cedro e fiori bianchi risuona al palato con leggerezza, lasciando intendere una versatilità di beva e di abbinamenti. Non è quel vino su cui ti devi soffermare troppo, è quel calice solare che grida all’estate, che profuma di spensieratezza, che annuncia la convivialità. Fresco, fruttato, armonioso è l’Emilia di tanti vignaioli che lo hanno custodito nel cuore. Ci mangio: Insalata tiepida di polpo e patate Bottiglie prodotte: tra le 10 e le 12.000 bottiglie |

Wine Pager – Autoctoni
7Note Spumante Pignoletto Modena DOC Cantina Settecani