L’invaiatura del Sangiovese ha segnato il tempo di una stagione unica per clima, piovosità e maturazione. Dalla qualità elevatissima delle uve, grazie alla presenza di una buona quantità di acqua che nell’annata 2015 ha permesso alla vite di non vivere una condizione di stress, prende forma Coevo. Non solo Sangiovese ma anche Cabernet Sauvignon dall’areale di Castellina in Chianti, il luogo di Cecchi, della forza di un nome costruito su un percorso importante e duraturo. Coevo segna proprio questo tempo. Dalla Maremma invece si arricchisce di Merlot e Petit Verdot, uve indispensabili per realizzare un blend bilanciato, dotato del carattere deciso del lungo invecchiamento. Coevo è l’idea di Cecchi, di un Supertuscan (Sangiovese 50%, Merlot e Cabernet S. 20%, Petit Verdot 10%), desiderio di Andrea e Cesare, la quarta generazione di una famiglia che ha testimoniato con il suo lavoro la vocazionalità di Castellina in Chianti e legato definitivamente il Sangiovese a un vino che vuole essere svolta enologica e l’apice della massima qualità in ogni annata. Diciotto mesi in barrique e tonneaux, e successivi dodici mesi in bottiglia rendono perfetto l’assaggio di un vino che si mostra muscoloso quanto raffinato. I piccoli frutti di bosco, la terrosità della campagna chiantigiana, gli umori di terriccio e sottobosco s’integrano all’unisono con le spezie e il frutto balsamico del Petit Verdot, orientando il gusto al ricordo piacevole di un grande Bordeaux. Ci mangio: T-Bone di Rubia Gallega con patate alle erbe. Bottiglie prodotte: 11.000 |
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