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Credo che questa sia l’edizione di Wine Pager più “esotica” tra quelle fino a oggi realizzate, dove ho riunito etichette contemporanee per il vitigno che rappresentano (ci sarà un PIWI), o per la loro moderna concezione rispetto al territorio (Gavi dei Gavi Etichetta Nera), ovvero per quella loro spiccata dissonanza rispetto a quanto geograficamente offerto. Stravaganza e modernità sotto l’unico cappello dell’eleganza, di un gusto che cerca fluidità e bellezza, sorsi filologici attraverso i quali ricercare, leggere, interpretare.            

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La classe e il prestigio appartengono senza dubbio a questa etichetta, vera icona nello star system del vino. Ve la ricordate Audrey Hepburn, diva indiscussa, nella romantica Ville Lumière di Parigi nel celebre film Sabrina, indossare l’abito da cocktail total black di Givenchy? La bellezza del packaging Gavi dei Gavi Black Label la ricorda molto, un’etichetta anch’essa diva, nella forma e nella sostanza. Il lavoro sul vitigno Cortese è stato decisamente illuminato, capace di confondere i palati più pronti, trasportandoci costantemente al territorio, finemente austero, profondamente aristocratico, elegantemente imponente di Chablis. E invece siamo a Gavi, nei pressi di Novi Ligure, dove Giorgio Soldati si è dimostrato il più grande interprete di questo spaccato di Piemonte, puntando sul territorio e sul Cortese. Quando tutto ciò era controcorrente, ha creduto fermamente nelle potenzialità del luogo e del vitigno con assiduo lavoro in vigna, con moderne tecniche di vinificazione e pratiche enologiche e viticole vincenti. Una filosofia dagli eccellenti risultati completata da vigneti che raggiungono anche i 60 anni di età posti nelle più belle posizioni del Cru Rovereto, e il Gavi Dei Gavi come la più alta rappresentazione del vino che si produce in questa microzona. Longevità, evoluzione, eccellenza sono le peculiarità che animano un vino ambizioso, di grazia, di portamento ottocentesco in un’armonia olfattiva di agrumi e fiori di pesco, di menta e aghi di pino. Il palato cancella le asperità della sua gioventù prolungando la freschezza che si apre a caldi squarci di sole.

Ci mangio: Plateau de fruit de mer

Bottiglie prodotte: 220.000

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