Schiacciati dalla pandemia e dai sensibili rialzi di prezzo. A ogni nuovo anno la prima informazione che il notiziario divulga è l’aumento dei prezzi, che siano tariffe autostradali, carburante, corrente elettrica. Il pane ha raggiunto cifre da quadrilatero della moda milanese, i panettoni di cui abbiamo goduto fino a pochi giorni fa sono arrivati a costare anche 45 euro al chilo. È tutto prodotto con materie prime di qualità, non lo mettiamo in dubbio, poi c’è il lavoro manuale, artigianale, piccole produzioni che indubbiamente fanno lievitare i costi. Anche il vino non fa sconti. Chi recentemente ha avuto l’onore di una cena al ristorante, o di imbattersi negli scaffali dell’enoteca, avrà notato i sensibili rialzi di prezzo. Cartone, gabbietta, etichetta, trasporto ma soprattutto l’energia elettrica hanno avuto decisi rialzi, un trend che non sembra affatto in calo. Si sono così adeguati anche i listini delle cantine, in alcuni casi piccoli ritocchi, in altri divari importanti. Anche il vino quest’anno non sarà poi così leggero, almeno in termini di prezzo. Si sta facendo spazio con una buona spinta qualitativa l’Alto Piemonte vinicolo, che non ha davvero nulla da invidiare al resto del territorio. Qui il Nebbiolo si unisce a Vespolina e Croatina creando un’identità univoca di un blend che si nutre della geografia del luogo e delle caratteristiche pedologiche dell’areale di Lessona. Cantina Gaggiano, vignaioli di cortesia e buone maniere, coltivano tre ettari con le pratiche della Lotta Guidata per una produzione totale annua che varia tra le dodicimila e le tredicimila bottiglie; tutta qualità e pochissima quantità. L’assaggio, semplice e privo di orpelli, naso fine e elegante, bocca sapida, speziata e verticale, mostra i tratti caratteristici dei suoli vulcanici e l’influenza del Monte Rosa, unicità che legano il vino in modo indissolubile al territorio, in quell’Alto Piemonte che nonostante non abbia confini definiti e reali, nasce per identificare un’area incline alla viticoltura e con una forte conformità. Gervasio è l’etichetta dedicata al nonno, produttore di una volta, di quando il vino non era da punteggi o figlio del marketing. Fare bene, farlo bene È il ricordo dei momenti felici, il percorso tracciato da nonno Gervasio Fabris a spingere la famiglia alla valorizzazione del luogo acquistando e investendo in 7 piccoli appezzamenti vitati sulle colline di Gattinara (VC), e dall’areale del Bramaterra DOC tra Loazzolo, Villa del Bosco e Sostegno (BI) con l’obiettivo di produrre grandi vini rossi a denominazione, come Gattinara DOCG, e Coste della Sesia DOC – stessa singola vigna – e Bramaterra DOC. Contenta che si torni a parlare di Alto Piemonte. Ci mangio: Polenta taragna e selvaggina Bottiglie prodotte: 3.300 |

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Gervasio Bramaterra DOC 2017 Cantina Gaggiano