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Torna il sole sulla pelle e con il mese di luglio una nuova edizione di Wine Pager tutta a ritmo d’estate. Etichette versatili, poliedriche, fresche e mai scontate; bianchi e rossi che interpretano con forza quanto noi di Wine Meridian, quotidianamente ci ostiniamo a cercare: identità e riconoscibilità. Il vino è sempre una bella sfida. Si confronta con il gusto, con le tendenze, con la forza dei brand che spesso si estraniano dalla più intima forma di personalità. La nostra selezione, bella e democratica, anche questa volta trova le certezze nel nostro Icone con un nome che ha contribuito a definire in modo univoco le caratteristiche stilistiche del Barolo. Torniamo a raccontare di un vitigno variegato, versatile, che ne rappresenta un’intera famiglia, e di un Centro Italia enologico capace puntualmente di sorprenderci con “varietà” come con il Petit Manseng in terra Agro Pontina. 

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Elementi del paesaggio dell’Agro Pontino (siamo a 50 km a sud di Roma) mixati con un vitigno esclusivo come il Petit Manseng, autoctono francese originario del Jurancon, che sorprendentemente diviene “vino di luogo”. Bisogna andare oltre e arricchirsi di nuove prospettive, perché il Petit Manseng di Casale del Giglio sconfina senza condizionamenti oltre i formalismi, con una visione semplice e univoca: l’impronta territoriale. La buccia spessa, la scorza dura, acini piccoli colmi di zucchero e di acidità sono riproposti in un territorio nuovo e inesplorato come il paesaggio di Latina. Filari serrati e basse rese per un vino inconsueto, gioviale, giocato su un’armonia e una franchezza di beva che sposa il varietale e le nuance aromatiche. Nessun peso, nessun volume per definire questo sorso lineare, archetipo di grazia e acidità. Vinificato in bianco da uve lievemente passite in pianta (in francese “passerillage”) e fermentazione spontanea, è un outsider che consiglio vivamente per smarcarsi, almeno una volta, dai percorsi più consueti. In fondo la filosofia di Casale del Giglio è proprio questa: «lo sviluppo futuro della vitivinicoltura Italiana non risiede solamente nel consolidamento dell’immagine di zone dalla grande tradizione, ma anche nel raggiungimento, attraverso opportune scelte viticole ed enologiche, di produzioni di alto livello, caratterizzate dal giusto rapporto qualità-prezzo, in territori ancora poco conosciuti dal punto di vista del loro potenziale qualitativo viticolo ed enologico».

Ci mangio: calamaro ripieno su crema di fave

Bottiglie prodotte: 20.000

www.casaledelgiglio.it