Questa sarà una newsletter in cui berremo all’insegna del biologico. Mi è capitato proprio in questi giorni di mettere in sequenza negli assaggi, vini particolarmente “green”, per l’esperienza dell’azienda, come nel caso del nostro Icone, oppure per il territorio, in particolar modo con la Sicilia che secondo i dati Bio in cifre 2020 è regina d’Italia della produzione in biologico con 370.622 ettari e con la viticoltura che ne occupa 30.084. Un tema sempre più sentito che per alcune realtà vinicole trova linee specifiche Organic Wine. Novità sempre più familiari ai consumatori abituati ormai a destreggiarsi con grande attenzione tra qualità, terroir e quell’anima più in sintonia con il pianeta terra che tanto ci piace. Una curiosità: la rinnovata attenzione all’ambiente ha creato nuovi vocaboli e parole che si riferiscono al mondo green. Come Green Design: la progettazione di prodotti, servizi, esperienze sensibili alle questioni ambientali, oppure Zero Waste: un approccio di massimizzazione dei rifiuti del riciclo e del riutilizzo. Net Zero è il termine per indicare zero emissioni nette, ovvero un’azienda a impatto neutro: tanta CO2 rilascia, tanta ne rimuove. Oppure Slow Fashion, la scelta deliberata di rallentare il proprio consumo e comprare meno investendo sulla qualità L’atterraggio all’aeroporto di Catania da già l’idea del territorio siciliano, di terre arse dal sole, di una campagna brulla interrotta da tratti boschivi, un’anima complessa invasa da luce e sole che si specchia costantemente nel Mar Mediterraneo. Calore, brezza e sabbie rosse contrassegnano un po’ tutta l’isola ma soprattutto il territorio ragusano e l’areale di Vittoria, conosciuto per uno dei suoi grandi autoctoni: il Frappato. “Frappatu”, dagli evidenti richiami dei suoi profumi fruttati fino alla dimensione contrassegnata da eleganza e freschezza di suoli di sabbia rossa – Rina Russa -, in quello che è lo speciale luogo di Santa Tresa. Un luogo e un’azienda guidata dall’esperienza trentina dei fratelli Stefano e Marina Girelli, da tre generazioni nel mondo del vino e che, affascinati da quel caleidoscopio di odori e colori che è la Sicilia, hanno scelto questo mondo bio per eccellenza, per tradurre nel calice i diversi volti della sua identità. Il vocabolario green di Santa Tresa va oltre le certificazioni. È un metodo di lavoro che si riassume nei principi della difesa della vite, della gestione del verde e dell’acqua, del sovescio, della riduzione della CO2, della confusione sessuale Il Frappato, uva a bacca rossa precoce ma con una maturazione tardiva, ottenuto da una selezione massale e specifici cloni Santa Tresa, diventa, con una buona dose di ricerche, prove ed esperienza, un calice fresco, estivo, versatile, adatto per l’aperitivo o per accompagnare una cena a base di pesce. “Già dalla prima annata abbiamo capito che questa varietà si esprimeva con l’eleganza e la grazia di una ballerina – spiega Stefano Girelli – per questo abbiamo fatto precise scelte aziendali: lavorare intensamente in campagna e ridurre al minimo gli interventi in cantina” Rigorosamente green, prodotto secondo il tempo della natura, senza fertilizzanti e senza chiarificanti di origine animale è un vino che conosce solo acciaio e lieviti indigeni, che marca l’impronta del suo essere locale, con una bella dose di genuinità. Ci mangio: pane caldo e un trito di pomodori secchi del ragusano. Immancabile il salame da suino nero siciliano. Bottiglie prodotte: 60.000 |

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Autoctoni – Rina Russa Frappato Terre Siciliane 2019 Bio Organic – Vino Vegano Santa Tresa