Il nostro Italian Wine tour è terminato senza Gino, e siamo arrivati in Sardegna dove abbiamo visitato alcune aziende ma soprattutto abbiamo incontrato donne e uomini capaci di trasmetterci in poche ore l’essenza di questo meraviglioso continente enologico.
Ancora una volta ho incontrato tanti maestri che mi hanno aiutato in un viaggio attraverso il fattore umano, che non dimentichiamo, è una parte fondamentale delle imprese del vino.
Proprio per questo durante le nostre visite, usiamo spesso i personaggi di The Wine Village, il nostro nuovo progetto legato allo sviluppo delle competenze nel mondo del vino e che parte dal presupposto che siamo tutti abitanti di un villaggio con ruoli e funzioni diverse e con una simbologia radicata in noi e nelle nostre storie di vita.
Vediamo assieme che personaggi ho incontrato!
Che cosa ho imparato da Elisabetta Pala di Mora e Memo?
Elisabetta è una donna del vino nel senso più completo di questo ruolo. Il suo essere donna si esprime in tutti gli ambiti aziendali, dagli aspetti più “esteriori” legati all’immagine dell’azienda a quelli più strettamente connessi al prodotto. Ma tutto questo sempre riuscendo a guardare lontano, oltre il presente, solo come gli “sciamano” riescono a fare, affinché si possa realizzare ogni giorno il “sogno di una figlia”. Da lei ho imparato cosa vuol dire avere coraggio, il coraggio di metterci la faccia fino in fondo.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato lo Sciamano.
Che cosa ho imparato da Fabio Angius e Massimiliano di Pala ?
Fabio è il manager che tutte le aziende vorrebbero, quello che sente sua fin dal primo giorno l’impresa per cui lavora. Per lui la fedeltà al proprio brand è fondamentale e per questo si impegna al massimo affinché gli obiettivi dell’azienda e i suoi possano combaciare. E’ trasparente sempre nel suo agire, non si nasconde mai e ama costruire quotidianamente qualcosa che arricchisca l’azienda, i prodotti ma anche la sua soddisfazione professionale e umana.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Costruttore.
Cosa dire di Massimiliano?
Non è facile trovare un ruolo all’interno di aziende costruite dai padri. Ci vuole umiltà e determinazione, caratteristiche che ho visto in Massimiliano. Non cerca la vetrina, ma ricerca invece quotidianamente di mettersi al servizio dell’azienda, curando i particolari nel rispetto dei ruoli di tutti i componenti dell’impresa. Sa quale è il suo posto e ama fare quello che è in grado di fare cercando di ricercare sempre l’eccellenza senza mai prevaricare. La sua non è debolezza, tutt’altro, è forte consapevolezza quella che lo porta e lo porterà sempre ad essere una garanzia per la sua azienda.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Fabbro
Che cosa ho imparato da Valentina Argiolas di Argiolas ?
Valentina conosce benissimo i valori della sua azienda. E’ consapevole che il fattore chiave dell’identità della sua realtà è di essere stata in grado di essere sempre credibile e autorevole. Lei oggi è la custode attenta delle relazioni sia all’interno che all’esterno dell’azienda, consapevole che solo tessendo quotidianamente i rapporti con attenzione e determinazione è possibile garantire l’affidabilità di Argiolas oggi e nel futuro.
Da Valentina ho imparato che cosa significa trovare equilibro tra il costruire e il mediare e di quanto sia importante condividere una progettualità con tutto il team.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Tessitore
Che cosa ho imparato da Roberto Salis di Santa Maria la Palma?
Roberto ha chiaro il senso della “conquista”, sa che nessuno regala mai qualcosa e che tutto deve essere “sudato” con la forza, la determinazione ma anche con coraggio. Ma Roberto è anche cosciente dell’importanza della fedeltà alla propria azienda e questo lo porta ad essere un “guerriero” affidabile capace di difendere al meglio il proprio brand e a scoprire sempre nuovi mercati da aggredire con competenza e, appunto, coraggio.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Guerriero
Che cosa ho imparato da Umberto Soletta di Tenuta Soletta ?
Umberto poteva essere un campione di rally che con coraggio e “follia” sfrecciava nei tracciati più disparati di tutto il mondo. E’ sempre stato un uomo poco incline a rimanere nella confort zone e questo l’ha portato ad affrontare con coraggio anche il mondo del vino pur non avendo un background specializzato su questo fronte. Ma è stato in grado di guidare la sua “creatività” attraverso un impegno costante che l’ha portato a diventare un grande “lavoratore” di vigna e cantina dimostrando che le sorprese più belle possono arrivare proprio quando si mette la “follia” al servizio della concretezza. Da lui ho imparato che la forza di volontà mescolata alla creatività può produrre qualcosa di speciale.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Folle.
Che cosa ho imparato da Antonio Manca e Augusto Sitzia di Trexenta?
Antonio rappresenta l’enologo “moderno”, cosciente che la sua “ricetta” assume un senso solo se può essere compresa dal mercato. Questo non lo rende più fragile o meno cosciente di cosa può dare la natura, ma lo spinge ad interpretare la materia prima che ha a disposizione nel modo più innovativo dove la vigna può diventare uno straordinario strumento per affascinare i consumatori. Ma Antonio è anche un uomo di cooperazione ed è in questo ambito che ha compreso che “lavorare con tanti” non è come “lavorare con un solo referente”. Da lui ho imparato l’importanza di chi si mette al servizio sempre della squadra.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Cuoco
Augusto ha ricoperto parecchi ruoli all’interno dell’azienda. Appartiene a quei professionisti che giocano sempre per la “maglia che indossano” con la disponibilità a sacrificarsi per il bene dell’azienda. Il suo obiettivo è costruire sempre, a prescindere dal ruolo che sta ricoprendo in quel momento.
Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Costruttore.