Prosegue il mio master nelle risorse umane che popolano il mondo del vino. Il master che sto facendo grazie all’Italian wine tour. 

Sto incontrando tanti maestri in questo originale percorso attraverso il fattore umano, che non dimentichiamo, è una parte fondamentale delle imprese del vino. 

Proprio per questo durante le visite, usiamo spesso le carte di The Wine Village, il nostro nuovo progetto legato allo sviluppo delle competenze nel mondo del vino e che parte dal presupposto che siamo tutti abitanti di un villaggio con ruoli e funzioni diverse e con una simbologia radicata in noi e nelle nostre storie di vita.

Quando si chiude la porta del camper e ripartiamo, sento che sono già diversa e che mi sto portando dentro qualcosa di nuovo che mi è stato donato durante lo scambio in cantina. Prima ancora che ottime degustazioni arrivano le storie di vita, le emozioni e gli stati d’animo di chi ci ha accolto. 

Vediamo chi ho incontrato in questi ultimi giorni e che cosa ho imparato ! 

Che cosa ho imparato Enrico e Pasquale di Giulio di Borgo di Colloredo ? 

Enrico di Giulio ci è venuto incontro e la prima impressione che ci ha fatto è che non si ricordasse della nostra visita:  due convenevoli, un approccio molto formale, alcune riflessioni condivise. 

Mi è bastato però mettere un piede dentro la cantina per capire che ero in un posto dove il dettaglio, la pulizia, l’ordine e l’accuratezza in questa azienda sono dei prerequisiti e non dettagli accidentali. 

Ma la straordinaria sorpresa è stata quando ci ha portato nel resort dell’azienda, un luogo incantevole in mezzo ai vigneti. 

Lì ho assistito ad una magia: un tavolo che si è popolato di colori, di sapori, di profumi della tradizione molisana. Tutto era stato organizzato al meglio da Enrico che ha saputo regalarci uno spaccato di Molise abbinato ai suoi vini. 

Grazie Enrico, da te ho imparato cosa significa la cura del dettaglio, cosa che io spesso sono portata a trascurare per la fretta di fare più cose in contemporanea.

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Cuoco. 

Dal fratello Pasquale, ho imparato che cosa significa saper stare al proprio posto dando un contributo importante. Non sempre serve emergere, ma è fondamentale che ci sia anche chi lavora ai fianchi di un’azienda, costruendo dietro le quinte. 

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato l’Agricoltore.

Che cosa ho imparato da Francesco Labbrozzi, Diamante  Zulli e Vincenzo Marchioli di Colle Moro ? 

Ci sono delle aziende in cui emerge subito la forza della semplicità e dell’autenticità e Colle Moro è una di queste. Ho conosciuto Diamante qualche anno fa ad Hong Kong e mi ha colpito da subito per la sua concretezza senza fronzoli. 

Da lei ho imparato che si possono fare grandi cose anche senza fare troppo rumore e che il credo per l’azienda in cui lavori sia un motore potente che ci può sempre spingere a fare di più e a fare meglio. 

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Tessitore.

Il Presidente Francesco è stato una rivelazione di carica energetica. Ci ha ascoltato molto per poi lasciar emergere la sua vena narrativa, e per contagiarci con racconti di luoghi magnifici in zone poco conosciute dell’Abruzzo. Da lui ho imparato che non necessariamente dobbiamo mostrare subito tutte le nostre peculiarità, e che talvolta è meglio lasciarsi scoprire poco alla volta. E poi da lui ho imparato che non è mai troppo tardi per iniziare ad essere social! 

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Narratore.

Dall’enologo Vincenzo ho imparato il valore dell’umiltà e del piacere della condivisione di ciò che per noi ha un senso: ha voluto portarci a vedere un orto di un loro socio accompagnandoci in auto ( Gino non ci sarebbe arrivato) e ci ha regalato una vista mozzafiato. 

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato l’Agricoltore.

Che cosa ho imparato da Alessandra Tedone di  Torrevento? 

Siamo arrivati a Torrevento alle 13.30 ed Alessandra era ancora immersa nelle sue attività di ufficio. Abbiamo dovuto cambiare orario per un imprevisto, ma lei non si è scomposta e ci ha accolto senza alcuna difficoltà. Alessandra si è subito presentata con l’umiltà di una stagista in azienda da poche settimane, per poi scoprire che porta il suo contributo in azienda da più di vent’anni.

Da lei ho imparato che si può trovare un senso nel proprio lavoro in azienda anche senza darsi troppe arie o prendersi troppo sul serio. I titoli aziendali sono talvolta formalità arbitrarie, non è necessario essere chiamati Export Manager per portare avanti lo sviluppo internazionale dell’azienda. Lo si fa e basta. 

Grazie Alessandra perché da te ho imparato cosa significa mettere davanti al proprio ego l’identità di un brand, di un territorio e di una azienda. 

Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Costruttore.

Prima gli uomini, poi le loro aziende. Ci vediamo nella prossima puntata!