Dietro un’abitudine radicata si nasconde sempre una minaccia latente. Nell’ovvio si annida un grande pericolo: quello di abbassare la guardia, di entrare nella trappola del procrastinare, che non è solo una manifestazione di pigrizia.
Concederci la leggerezza di non riflettere su attività, situazioni e pratiche che conosciamo ci espone a pericoli di errori grossolani e di sviste.
Proviamo a mettere in una nuova luce un tema che può davvero fare la differenza nel nostro approccio interpersonale e lavorativo.
“Scontare” vuol dire praticare una riduzione di prezzo, ma non ci dimentichiamo anche si sconta anche un errore, una pena, una noncuranza.
Qui sta il punto! Niente è privo di conseguenze. Le scorciatoie che l’ovvio ci sembra promettere le scontiamo in termini di scarsa focalizzazione e di superficialità.
Come possiamo evitare di cadere in questa trappola sul lavoro?
Il punto di partenza può essere adottare un punto di vista diverso.
Vuoi provare a rivedere un processo aziendale, un contratto, una prassi commerciale? Per enfatizzare il concetto potremmo dire: “fallo al contrario”, “fallo allo specchio”; più concretamente possiamo dire “fallo da un altro punto di vista”. Chiedi a chi si occupa di magazzino di rivedere il processo di acquisizione ordini, rodato, consolidato, immutato da anni. Ti sorprenderà capire quanto a volte siamo assuefatti alla consuetudine e quanto diventiamo impermeabili alle cose che ci sono più vicine e, quindi, più ovvie.
Nella comunicazione interpersonale, allo stesso modo, credo che la chiave sia nel vincere la presunzione che gli altri sappiano cosa abbiamo in mente, nell’umiltà di spendere quella parola in più, in fondo nell’ intelligenza di non credere che il mondo ruoti intorno a noi.
C’è da dire, tuttavia, che affinchè un messaggio ovvio “passi” occorre capacità e autorevolezza da parte di chi lo trasmette. Ci sarà capitato di sentirci dire: “Ma perché non ci ho pensato prima?”. Questo accade perché funzioniamo in un certo modo e per colpire la nostra attenzione è necessario che qualcuno, per competenza e affinità, sia in grado di intercettare la nostra lunghezza d’onda.
Banalizzando, sappiamo bene la differenza che corre tra uno speaker che recita una serie di ovvietà e una persona davvero illuminata che, con esempi semplici e condivisione di esperienze reali, è in grado di catalizzare la nostra attenzione. Questo accade perché la semplicità non è mai ovvietà.
Noi ci occupiamo di comunicazione e sappiamo bene quanto conti trasmettere messaggi autentici. Ci avrete sentito ripeterlo un’infinità di volte, e continueremo a farlo, finchè questo messaggio, ovvio ma profondamente vero, non sarà assimilato.
Non preoccupiamoci di perdere tempo quando abbiamo l’occasione di seguire un corso di aggiornamento su una tematica che ci sembra di maneggiare da tutti i lati; s’intende, se crediamo nel valore di chi ce lo propone. La vera utilità non sta nel ricevere nuove nozioni, ma nella capacità di mettere ciò che ascoltiamo in relazione ai nostri obiettivi.
E questo dipende, il più delle volte, dal nostro stesso modo di predisporci all’ascolto.