Il nome “Vitevis”, in latino “vite vis” sta a significare la “forza della vite”, la forza di un territorio e delle persone che lo compongono.
I numeri lo testimoniano, Vitevis associa infatti 1.350 soci viticoltori su 2.800 ettari di vigneti in grado di produrre ogni anno 50.000 tonnellate di uva. Le denominazioni coinvolte sono ben 49 per una produzione di 13 milioni di bottiglie che compongono un’ampia gamma di vini fermi, frizzanti e spumanti.
Esercitare l’attività viticola nel rispetto dell’ambiente è la missione primaria di Vitevis che si traduce in pratiche innovative, tecnologia e ricerca al servizio di una produzione sostenibile.
Una sostenibilità che rappresenta la chiave per affrontare nuove sfide e migliorare costantemente, attraverso la condivisione delle scelte e delle pratiche con i soci e gli stakeholder del territorio.
Un percorso che ha permesso alla cooperativa di raggiungere la tripla certificazione: la certificazione SQNPI che ha coinvolto nel 2022 ben 202 aziende socie per un totale di 1.400 ettari, il sistema di qualità nazionale di produzione integrata, la certificazione Equalitas basata sui tre pilastri ESG (ambientale, sociale e di governance) ed il marchio “NoiCompensiamo”, in grado di coinvolgere 90 soci e 780 ettari di vigneto e che ha permesso di generare, dal bilancio tra emissioni e rimozioni, un risultato positivo di 4.719 tonnellate di Co2eq.
Vitevis concepisce la sostenibilità come un processo di lungo periodo, un tragitto in costante evoluzione segnato da tappe e da obiettivi ben definiti. Il bilancio di sostenibilità che verrà stilato durante il 2023 rappresenta il compendio di questo processo in itinere, un nuovo capitolo della storia virtuosa di Vitevis.
Un documento analitico che rappresenta lo strumento più efficace e coerente per rendicontare il presente e il futuro prossimo di questa cooperativa che abbraccia un modello di crescita economica sostenibile non solo nei confronti dell’ambiente, ma anche delle persone e della comunità in cui opera.
Recupero e riutilizzo della risorsa idrica
“Stiamo portando avanti uno studio che riguarda la riduzione del consumo di acqua e l’installazione di impianti che permettano il recupero ed il riutilizzo della risorsa idrica” sottolinea Alberto Marchisio, Direttore Generale di Vitevis. “La novità riguarda impianti di depurazione con sistemi di filtrazione che permettano di riutilizzare l’acqua e dargli una seconda vita”.
Costanza qualitativa
“Inoltre stiamo consolidando progetti rivolti alla qualità, cercando di essere sempre più coscienti dei vigneti che gestiamo ed aumentando la costanza qualitativa dei nostri prodotti” commenta Marchisio, “lavoriamo molto sui profili dei vini per dargli una riconoscibilità ed una caratterizzazione chiara agli occhi dei consumatori.”
Alternative al vetro: Bag-in box e vino alla spina
In un’ottica di sostenibilità e riduzione delle emissioni di carbonio, è importante mettere in luce l’impatto che hanno la produzione di bottiglie di vetro ed il trasporto, dato che costituiscono circa il 74% dell’impronta carbonica del settore, mentre la viticoltura e la vinificazione contribuiscono ciascuna per il 13% (Hirlam et al. 2023). È chiaro che il problema principale che il settore vinicolo deve affrontare riguarda l’uso di bottiglie di vetro.
“Nei nostri punti vendita all’interno delle nostre 4 sedi, stiamo lavorando con bag-in-box e prodotto alla spina. Grazie al livello elevato raggiunto dal nostro know-how, si tratta di un prodotto affidabile ad alto potenziale, ottimo per il mercato interno”.
Vitevis produce diversi vini destinati al consumo alla spina: Garda bianco e rosso, Gambellara, Durello e Glera, Merlot, Cabernet e Corvina. Una gamma qualificata di prodotti per un consumo facile, conviviale, mai banale.
Il fusto in acciaio garantisce stabilità sul lungo periodo, mantiene il vino fresco molto più a lungo rispetto alla bottiglia, è sigillato ed ermetico, impedisce l’ingresso di ossigeno e luce ed è facilmente igienizzabile.
“Chiaramente la qualità del vino dipende dal produttore” precisa Marchisio, “in questo senso è importante dare valore al vino alla spina, non solo proporre vini generici che rischiano di non qualificarsi. Il limite riguarda soprattutto il passaggio dal fusto alla tavola, spesso i ristoratori descrivono i vini in fusto come semplici “vini della casa”. Ciò non accade, ad esempio, per la birra che alla spina viene valorizzata attraverso nome del produttore, indicazioni di provenienza, peculiarità e tipologie. Anche il bicchiere in cui viene servito il vino alla spina ha un suo valore aggiunto”.
In questa direzione si inserisce la necessità di una opera di informazione e sensibilizzazione nei confronti degli operatori Horeca per fare in modo che – in una prospettiva di sostenibilità della filiera e di abbattimento delle emissioni di carbonio – acquisiscano un approccio con il vino alla spina volto a far emergere maggiormente i vantaggi e le credenziali ambientali che caratterizzano questa modalità di consumo.