L’agricoltura biologica è da tempo al centro di un acceso dibattito nel mondo vinicolo. Molti la considerano la panacea per la sostenibilità, mentre altri sollevano domande sulle sue reali implicazioni. Recentemente, il produttore di Chianti Classico, Francesco Ricasoli, ha espresso chiaramente la sua posizione nei confronti dell’agricoltura biologica, sottolineando che il suo approccio sostenibile offre una maggiore flessibilità per affrontare le sfide reali che la viticoltura può incontrare.

I dubbi di Ricasoli sulla viticoltura biologica

Francesco Ricasoli, proprietario dell’azienda Barone Ricasoli S.p.a, ha sollevato dubbi sulla viticoltura biologica che viene spesso vista come la risposta definitiva alla sostenibilità. Secondo l’imprenditore questa visione è decisamente troppo idealizzata.

Ricasoli ha sottolineato che il 2023 è stato un anno difficile per la viticoltura in Italia, con devastanti attacchi di peronospora che hanno colpito molte regioni. In tali condizioni l’uso di trattamenti chimici può essere una necessità per proteggere i vigneti. Tuttavia, i produttori biologici, afferma Ricasoli, sono costretti a utilizzare ripetutamente il solfato di rame, un prodotto che può avere effetti negativi sul suolo e sull’ambiente.

Altre illustri voci critiche

Francesco Ricasoli non è l’unico a sollevare critiche sull’agricoltura biologica. Richard Smart, noto viticoltore australiano e consulente leader a livello mondiale sui metodi di viticoltura, ha a lungo criticato l’entusiasmo che circonda il biologico. Secondo l’esperto l’agricoltura biologica consente comunque l’uso del rame, che può essere dannoso per l’ambiente viticolo.

Inoltre, uno studio coordinato dall’Università di Saragozza ha rilevato che i vigneti biologici possono avere un’impronta di carbonio fino al 22% superiore rispetto ai vigneti tradizionali. Questo dato solleva ulteriori interrogativi sulla reale sostenibilità dell’agricoltura biologica.

Alcuni produttori come Miguel A. Torres, Presidente di Familia Torres (nota realtà vitivinicola spagnola presente in oltre 150 mercati con oltre 50 etichette) hanno suggerito che l’agricoltura biologica potrebbe non essere la soluzione ideale per affrontare il cambiamento climatico. Torres afferma che l’agricoltura biologica richiede più trattamenti attraverso sostanze come lo zolfo o la bouillie bordelaise (fungicida ad alta potenza a base di rame), aumentando così le emissioni di CO2.

Il dibattito tra agricoltura biologica e sostenibile continua a infiammare il mondo vitivinicolo. Mentre alcuni sostengono che l’agricoltura biologica sia la chiave per la sostenibilità, altri sollevano quesiti importanti sulle reali esigenze dei vigneti e sulla flessibilità necessaria per affrontare sfide impreviste come il recente attacco di peronospora.