La carenza di personale è diventata un tema centrale nell’industria vinicola. Il settore, come molte altre aree dell’economia, sta vivendo le conseguenze dell’uscita dal mercato del lavoro della generazione dei Baby Boomer. Questa generazione, caratterizzata da alti tassi di natalità in molte parti del mondo, sta cedendo il passo a una forza lavoro più giovane, questo passaggio del testimone è un processo complesso che necessita di analisi.
In che misura e in quali settori l’industria vinicola è colpita dalla carenza di personale? Come sta reagendo e quali sono le opportunità e i rischi per il futuro?
L’obiettivo di questo articolo è fornire risposte soddisfacenti a questi interrogativi, in base ai dati emersi dal ProWein Business Report 2022.
Carenza di personale: un problema centrale
Negli ultimi due anni, quasi il 45% delle aziende nel settore vinicolo ha segnalato problemi legati alla carenza di personale. In particolare per i produttori di vino, la situazione è leggermente peggiore, metà delle aziende risultano coinvolte. Questa carenza è più pronunciata nelle cantine di dimensioni maggiori, in parte a causa della forte stagionalità del lavoro legata alla vendemmia e ai periodi di vegetazione.
D’altro canto, settori come gli alberghi e la ristorazione (Horeca) sono stati particolarmente colpiti, con il 90% degli alberghi e il 66% dei ristoranti che hanno dovuto affrontare la carenza di personale. La pandemia ha costretto questi settori a chiudere per lunghi periodi, portando molti lavoratori a cercare occupazione in altri settori che offrivano orari di lavoro più regolari e stipendi migliori. Dopo il ritorno alla normalità, molte di queste aziende hanno avuto difficoltà a riassumere il vecchio personale o a reclutarne di nuovo.
Gli importatori, distributori, esportatori e commercianti di vino hanno riportato percentuali di carenza di personale più basse, oscillando tra il 32% e il 36%. La ragione principale di ciò risiede nel fatto che i lavoratori specializzati nel settore vinicolo tendono ad avere orari di lavoro più regolari e non sono soggetti alle fluttuazioni stagionali.
Quali sono i profili di cui necessitano le cantine?
Le cantine cercano principalmente lavoratori stagionali, con il 63% delle aziende che afferma di avere carenza di personale temporaneo durante la vendemmia e le stagioni turistiche. In passato, potevano contare su casalinghe, pensionati e studenti come riserva di manodopera temporanea da attivare durante la vendemmia. Tuttavia, questa riserva si è prosciugata in gran parte a causa dell’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dell’innalzamento dell’età pensionabile.
In molte regioni, la manodopera stagionale proviene dall’Europa orientale, ma la carenza sta emergendo anche in questi Paesi a causa del calo dei tassi di natalità. Questo problema non è circoscritto all’Europa, poiché Paesi come Australia e Nuova Zelanda stanno lottando per trovare lavoratori stagionali a causa della pandemia e dell’aumento dei costi dei viaggi.
La carenza è particolarmente pronunciata in Francia, dove il 77% delle aziende vinicole è alla ricerca di personale qualificato per la cantina, seguita dalla California (67%) e da Germania, Austria e Portogallo (50%).

Come affrontare la situazione attuale?
Le aziende hanno adottato diverse misure per affrontare la carenza di personale. Molte di esse hanno ampliato le attività di ricerca del personale, mentre alcune hanno assunto lavoratori con competenze insufficienti e li hanno addestrati in loco, anche se questo richiede tempo aggiuntivo. Altre aziende hanno migliorato le condizioni di lavoro per trattenere il personale esistente, ma questo può risultare complicato dato che spesso si richiede anche lavoro straordinario.
Un quarto delle aziende ha incrementato i salari per attirare e trattenere sia il personale esistente che quello nuovo. Tuttavia, molte di queste aziende stanno affrontando sfide economiche a causa di questi aumenti salariali, che possono compromettere la sostenibilità del settore. L’industria vinicola deve competere con settori che offrono stipendi più alti e condizioni di lavoro migliori, e molti proprietari di aziende stanno valutando se l’attività è ancora redditizia.
In risposta alla carenza di personale, alcune aziende stanno investendo in automazione e digitalizzazione per ridurre la dipendenza dalla manodopera umana. Questo processo può portare a una maggiore efficienza, ma comporta anche costi di investimento significativi.

Cosa riserva il futuro? Opportunità e rischi
Nel prospettare il futuro, il settore del vino si trova di fronte a sfide e opportunità uniche. Il 70% delle aziende intervistate crede che i salari più elevati offerti da altre settori comporteranno ulteriori perdite di personale. La bassa redditività dell’industria vinicola è un ulteriore motivo, poiché può influenzare negativamente l’attrattiva del settore. Tuttavia, il legame con la natura e il prodotto naturale che è il vino è visto come un’opportunità per attirare futuri dipendenti.
Circa il 57% delle aziende prevede un aumento dell’automazione e della digitalizzazione, a causa dalla carenza di personale. Ciò riguarda soprattutto le aziende di grandi dimensioni e le cooperative, che possono sopportare i costi di investimento e di manutenzione. Tuttavia, questi processi mettono ulteriormente pressione sull’economia delle aziende vitivinicole.
La maggior parte delle aziende (54%) ritiene che il settore dipenderà dall’immigrazione e dai lavoratori stagionali stranieri in futuro, ma ci sono dubbi sulla sostenibilità di questi flussi a causa dei cambiamenti nelle dinamiche economiche e geopolitiche.
Molti credono che il fascino del vino e il lavoro all’aria aperta siano punti di forza che possono attrarre nuovi talenti. La generazione più giovane è sempre più interessata alle professioni “verdi” e alle questioni legate alla sostenibilità, e l’industria vinicola può sfruttare questa tendenza.