Gli Stati Uniti sono un mercato chiave con un importante interesse nei confronti dell’enoturismo che costituisce un grande elemento di business.
Ma qual è la percezione del consumatore statunitense nei confronti del vino italiano? La reputazione del Made in Italy è veramente sufficiente per posizionare il vino italiano in un mercato così ampio e variegato come quello degli Stati Uniti?
Per approfondire l’argomento, abbiamo intervistato Alvin Raul Cardona, proprietario di The Cardona Collection, azienda importatrice e distributrice di vini situata a 35 km di distanza da Chicago, a Mount Prospect, nella contea di Cook (Cook County).
Quali sono, secondo lei, i punti di forza e di debolezza dei vini italiani?
Uno dei punti di forza dei vini italiani negli Stati Uniti è che qualsiasi prodotto made in Italy garantisce una storia e una tradizione secolare che risulta sempre affascinante e attraente. Il consumatore medio statunitense ama i vini italiani ed è sempre più incline ad ampliare le proprie conoscenze, soprattutto per trovare il perfetto abbinamento tra food&wine.
Tuttavia, – continua Cardona – proprio per beneficiare dell’ottimo riscontro di cui godono i prodotti italiani, negli USA, ci sono sempre più Italian Restaurants che si spacciano per ristoranti italiani. Questi ristoranti, in realtà, offrono pochissimi prodotti italiani all’interno dei loro menù. Questo crea disinformazione nei clienti americani.
Quanto più i clienti imparano a conoscere il vino, tanto più desiderano godersi una buona bottiglia in compagnia di amici e familiari. Anche le generazioni più giovani sono coinvolte in questo trend positivo, dimostrando particolare interesse verso gli orange wine, i vini naturali e biologici, nell’ottica del rispetto e della salvaguardia ambientale.
Quali consigli darebbe alle aziende vinicole italiane che vorrebbero migliorare la loro presenza nel mercato statunitense?
Le aziende vinicole italiane devono uscire allo scoperto e lavorare direttamente sul mercato con gli importatori e i distributori. Noi, per esempio, non cerchiamo solo ottimi vini, ma ci concentriamo anche sui fornitori più validi. Il rapporto tra fornitore e importatore è fondamentale perché bisogna essere sicuri di trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Per questo, cerchiamo sempre di incontrare i nostri possibili partner e stabilire con loro un rapporto di fiducia; il vino si può comprare ovunque da chiunque, ma The Cardona Collection si basa sul lavoro di squadra e sulla famiglia.
I vini italiani hanno un prezzo notoriamente più basso rispetto a quelli francesi. Secondo lei, questo divario danneggia l’immagine del vino italiano o il consumatore lo ritiene un vantaggio per quanto riguarda il rapporto qualità-prezzo?
È importante avere prodotti che coprano fasce di prezzo diverse: vini destinati alla GDO ma anche bottiglie di fascia premium a prezzi più alti dedicate ai ristoranti e alle enoteche. La GDO ha aumentato il grado di competitività, ma resta comunque importante essere presenti in più canali. La grande distribuzione è ottima per aumentare volumi e il profitto, mentre le enoteche e i ristoranti aiutano a creare il marchio e ad incrementare la brand awareness.