Le esperienze enoturistiche straordinarie, un tipo di offerta del tutto rivoluzionaria ed originale che da anni spopola tra le vigne d’Italia: sport e vino, SPA e vino, escursionismo e vino, arte e vino… Sono davvero infinite le idee che le aziende italiane negli ultimi tempi hanno voluto esplorare in ambito enoturistico, ed ora che questo trend si sta ridimensionando, è giunto il momento di approfondire le ragioni che hanno portato le cantine a dare vita a questa “moda”.

Durante e soprattutto nel post Covid le cantine italiane hanno vissuto un vero e proprio periodo in cui lo scopo dell’enoturismo sembrava dovesse essere quello di stupire. È proprio in questa fase che abbiamo visto il nostro amato vino iniziare ad essere forzatamente abbinato alle attività più disparate, dai corsi di yoga alle mountain bike. L’idea di fondo era: più è originale la mia esperienza, più vincente è la strategia. 

Non neghiamo che anche noi di Wine Meridian col tempo ci siamo appassionati a queste esperienze, arrivando nel 2020 ad intraprendere un viaggio in giro per l’Italia alla ricerca delle più curiose. Ne abbiamo trovate di stupende che di base ci convincevano ed entusiasmavano, ma in fondo in fondo stavamo già iniziavamo a chiederci quanto di tutto questo potesse avere realmente a che fare con il vino.

Una volta terminato il lockdown e riaperti i confini siamo partiti alla scoperta dell’enoturismo estero, pregustando già tutte le proposte originali che avremmo trovato in giro per il mondo. Dal Sud Africa alla Francia, dal Portogallo alla Spagna, Croazia, Germania, Stati Uniti… Abbiamo viaggiato in lungo e in largo per poi rassegnarci ad una dura realtà: il fenomeno dell’enoturismo straordinario esiste principalmente in Italia.

Certo, qualche attività come il pic-nic qua e là c’è, come anche il binomio vino-cibo nelle sue diverse forme, ma di fatto all’estero non si trova tutto questo fior fiore di esperienze che invece esiste da noi. Lì, in zone come la Napa Valley o il Sud Africa, non viene offerto nulla di più di una classica degustazione con stuzzichini.

Fa assolutamente riflettere il fatto che questi Paesi, dove l’offerta turistica di tipo culturale, architettonico e artistico è estremamente più scarsa rispetto all’Italia, non sentano la necessità di fare nulla. Proprio loro, che dovrebbero cercare di rendere l’enoturismo un elemento ancora più originale per compensare la mancanza di attrattività, vendono le proprie cantine come un luogo dove poter degustare il vino, tutto qui. E chiariamo da subito: riscuote comunque un grandissimo successo.

Dall’altra parte invece abbiamo l’Italia: il Paese dai vini estremamente rinomati, attività interessanti in ogni angolo di qualsiasi regione e cantine con una storia unica da raccontare. Un Paese però dove si è cercato in ogni modo di arricchire la propria offerta enoturistica per tentare di renderla più interessante, come se ce ne fosse il bisogno.

Ma perché? Perché proprio noi italiani abbiamo sentito il bisogno di svalutare la nostra proposta enoturistica?

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