I riflettori sono puntati sui “NoLo – No-Low Alcohol”: bevande analcoliche o a basso contenuto di alcol, che stanno vivendo un vero e proprio boom. Secondo i dati di IWSR Drinks Market Analysis, punto di riferimento a livello globale, questo segmento di mercato è destinato a crescere in termini di volume, con un CAGR (Compound Annual Growth Rate – tasso di crescita annuale) che raggiungerà il 7% entro il 2026.
Best practice nei vini No-Low Alcohol
Il vino non è da meno e le best pratices arrivano da Australia e Stati Uniti. Paul Turale, General Marketing Director di Wine Australia, afferma in un’intervista su The Guardian che “Il valore delle vendite di vini a bassa gradazione alcolica è cresciuto annualmente del 30% negli ultimi cinque anni, e gli esperti prevedono un incremento annuale del 14% nel prossimo quinquennio”.
Tra le cause dell’ascesa, una vera e propria “rivoluzione del benessere”, in particolare dopo la pandemia, con molti bevitori che sposano una dieta alcohol-free. Secondo Helen McCarthy di Accolade Wines (una delle più grandi aziende vinicole in Australia), “il 58% dei consumatori australiani sta cercando di ridurre attivamente l’assunzione di alcol, con i millennial in testa”. Le nuove generazioni sembrano infatti più inclini alle alternative, soprattutto se fanno bene alla salute, rispetto ai prodotti tradizionali. L’opportunità è innegabile: entro il 2026, si prevede che le vendite di prodotti a basso contenuto alcolico raggiungeranno circa 3 miliardi di dollari australiani.
In ogni caso, il vino dealcolato o a bassa gradazione non è facile da produrre e l’Australia sta incentivando programmi specifici per migliorarlo dal punto di vista organolettico. Il ricercatore Wes Pearson e i suoi colleghi dell’Australian Wine Research Instituite stanno studiando nuove tecniche su scala sperimentale “Nolo” presso l’Università di Adelaide per testare nuovi lotti di vini appartenenti a questa categoria. Il governo federale australiano ha inoltre recentemente concesso una sovvenzione di circa 3 milioni di dollari australiani per chi promuove la qualità e l’innovazione di questi prodotti; l’azienda Australian Vintage, il cui portafoglio comprende rinomati brand come McGuigan e Tempus Two, sarà capofila del progetto di ricerca insieme ad altri partner.
Il vino “0 Alcohol”
Per quanto riguarda il vino “0 alcohol”, diversi imprenditori negli USA ritengono sia pronto per un’esplosione grazie ai miglioramenti della tecnologia per la rimozione del alcohol, anche se, come afferma Dawn Maire, la Fondatrice dell’analcolica Starla Wines, sul Washington Post, “produrre un vino nel genere è tecnicamente difficile da realizzare e ci sono ancora diversi pregiudizi da parte dei puristi”. Secondo i dati di NielsenIQ, tra l’agosto 2021 e l’agosto 2022, le vendite totali in dollari di vino, birra, sidro e liquori analcolici negli Stati Uniti sono cresciute di oltre il 20%. Quelle del vino raddoppieranno entro il 2033 – stando alle previsioni della società Fact.MR -, per rispondere alle esigenze dei consumatori e perché i prodotti stessi miglioreranno, in un’ottica di “premiumization” e di ricerca di alta qualità.
INo-Low Alcohol o NoLo costituiscono così una valida alternativa per specifiche categorie di consumatori. Coloro che desiderano ridurre o eliminare l’assunzione di alcol dalla propria dieta, come donne in gravidanza o in fase di allattamento e individui con problemi di salute. Inoltre, queste bevande soddisfano le esigenze di chi evita l’alcol per motivi di sicurezza, come chi deve mettersi alla guida, nonché per motivi legati all’età o alle convinzioni religiose. Quest’ultimo aspetto ha attirato l’attenzione di molti produttori che cercano opportunità nel mercato arabo.
A metà strada tra i loro “cugini” alcolici e i soft drinks, le bevande “no” e “low-alcohol”, in particolare i vini, rappresentano un’importante opportunità per il mercato, soprattutto per i ristoratori, che potrebbero rendere questa categoria di prodotti più attraenti durante i pasti, come il pranzo, il brunch o persino la colazione, aprendo così nuove possibilità di vendita.