Dopo due anni ci ritroviamo al Vinitaly di Verona. Moltissimi di noi ritrovano una consuetudine alla quale eravamo fortemente abituati. Una sorta di appuntamento “inevitabile”, di quelli a cui non vuoi assolutamente mancare.
Ma in questi ultimi due anni sono successe, e stanno succedendo, talmente tante cose che sarebbe sbagliato negare che siamo probabilmente tutti molto cambiati rispetto al 2019.
In quest’ultimo biennio si è parlato tantissimo della cosiddetta “nuova normalità”. Ma quasi sempre la si ascriveva ad un nuovo modello di comportamento: meno fiere fisiche e più digitali; meno viaggi e più call da remoto; meno convegni e più webinar; meno ufficio e più smart working.
In realtà, oggi ci stiamo accorgendo che il vero e più grande cambiamento è dentro di noi.
A questo riguardo, proprio per preparare questi quattro numeri di Wine Meridian Daily che ci accompagneranno nei giorni di Vinitaly, abbiamo chiesto a molti produttori e manager del vino italiani quale è il loro attuale stato d’animo.
Dal cosiddetto grafico a nuvola qui pubblicato si evince che la parola maggiormente evocata dai tanti intervistati è stata “CORAGGIO”. Un sentimento che, a mio parere, sta fortunatamente prevalendo su altri stati d’animo che rischiano invece di essere “paralizzanti”, come la paura, l’incertezza, la frustrazione.
Oggi è sicuramente il tempo in cui il coraggio assume un senso molto importante. Coraggio non inteso come incoscienza, ma come consapevolezza che per superare gli ostacoli è necessario non essere ottenebrati dalla paura, dalla sensazione che sia tutto vano.
Un coraggio dettato dal realismo e dalla consapevolezza dei valori del vino italiano e delle tantissime imprese che lo rappresentano.
Ma un coraggio anche frutto della necessità di darsi energie nuove al fine di superare ostacoli che forse non sono mai stati così alti anche per il nostro sistema vitivinicolo.
Il 2021 ha testimoniato che il vino italiano, ogniqualvolta si riaprono spiragli, è in grado di intercettare con determinazione le nuove opportunità. I record dell’export dello scorso anno, infatti, pur frutto del cosiddetto “rimbalzo”, sono la dimostrazione di una capacità di “rinascita” straordinaria del nostro sistema, di una flessibilità che forse non ha eguali al mondo.
Oggi, però, in particolare a causa del drammatico rincaro prezzi, è essenziale un ulteriore salto di qualità del nostro comparto vitivinicolo dove un’altra parola chiave, che affronteremo domani, sarà determinante: la squadra.