Immergersi nei territori in modo slow, conoscerne i ritmi, sperimentare incontri, fare esperienza di natura è sicuramente una delle più grandi fortune che lavorare e vivere nel mondo del vino ci dà. Tra tutte le forme di turismo, sicuramente il turismo sostenibile è tra le tematiche più scottanti in questo momento e i territori del vino italiano stanno cercando di proporre formule per incentivarlo: percorsi ciclabili, cammini con spostamenti più “sani” per l’ambiente e per l’uomo. Ma forse non ne abbiamo ancora abbastanza.
Quest’estate, accompagnati dalle guide ambientali escursionistiche veronesi Here I am, ci siamo addentrati in un percorso alla scoperta della Valpolicella, grazie al progetto dal titolo “Sviluppo del Turismo Sostenibile in Valpolicella” del GAL Baldo Lessinia.
Il vino è sicuramente uno dei protagonisti di questo territorio, forse a volte il principale, ma può farsi volano di un’esperienza a 360 gradi che implica scoprire l’identità del territorio stesso e tutti i tasselli che la compongono.
Si tratta di spostare il focus dal solo enoturismo al concetto di turismo di un territorio, un’idea molto più aperta ed ampia che ci permette di dare ancora più valore al viaggio.
Quali sono le 5 cose che abbiamo imparato in questo tour di due giorni in Valpolicella?
1 Il cicloturismo è a tutti gli effetti un nuovo modo di sperimentare il turismo conoscendo meglio il territorio ed è soprattutto un modo slow e sostenibile che permette alle persone di immergersi nella natura.
Il progetto 03 del Gal Baldo Lessina sostiene lo sviluppo del cicloturismo nel territorio della Valpolicella, famoso per l’eccellente produzione vinicola.
Il dolce territorio collinare della Valpolicella è meta ideale per il turismo enogastronomico, ma anche per il turismo sportivo, poiché le dolci colline e le vallate lo rendono percorribile in bicicletta, oltre che a piedi. L’intervento del Comune di Negrar, capofila per i Comuni di Dolcé, Fumane, Marano di Valpolicella, Sant’Anna d’Alfaedo e S. Ambrogio di Valpolicella ha promosso una fruizione diversa del territorio, valorizzandone la percorribilità in bicicletta, attraverso la qualificazione di circa 200 km di itinerari cicloturistici nei territori della Valpolicella e Valdadige. E noi ne abbiamo percorso una parte con delle agevolissime e comode e-bike, adatte a qualunque tipo di turista.
2 Fare rete, rete e ancora rete.
Questo è uno splendido esempio di come le istituzioni pubbliche ed i privati possano fare squadra per sviluppare dei progetti di promozione del territorio efficaci e “salutari”.
Questa felice esperienza ci ha permesso di conoscere più realtà del territorio: dalla pasticceria e panificio artigianale di Cavalo, alle aziende vinicola di Marano di Valpolicella e Gargagnago, dal ristorante tipico di Fumane all’enoteca di San Pietro in Cariano. Tutto ruota al concetto di rete per riuscire a far veicolare il flusso turistico da un luogo all’altro.
3 Il turismo enogastronomico ormai è a tutti gli effetti uno degli elementi cardine dei territori e va messo a frutto in pieno. Le aziende vinicole sono chiamate come primi attori in questo segmento a sviluppare al meglio questa tipologia di turismo.
Chi scegli di frequentare certi territori, come la Valpolicella, ma potrei estendere il ragionamento a molti altri in Italia, decide di farlo perché cerca un certo tipo di offerta turistica, che implica una presenza importante dell’enogastronomia. Questa può diventare il volano per molte altre esperienze che facciano conoscere il territorio a 360 gradi: sportive, culturali, spirituali…

4 Le persone sono al centro del gioco per veicolare l’identità di un territorio: ho conosciuto molte storie nel nostro viaggio in Valpolicella ed ognuna costituisce un piccolo pezzo del puzzle che compone l’identità di questo bel territorio.
5 L’ingegno dell’uomo, l’opera dell’uomo ha plasmato nel corso dei secoli i nostri territori.
Un esempio che si trova in ogniddove in Valpolicella è la pietra della Lessinia: si trova sui muretti a secco che delimitano i terrazzamenti dei vigneti, negli archi delle antiche corti, alcuni all’interno dei fossili di ammaniti, come quelle che abbiamo visitato a San Giorgio Ingannapoltron, un antico borgo costruito sulla stessa roccia da cui trae linfa la vigna con cui si producono i noti Amarone e Ripasso della Valpolicella.
