Lo ripetiamo spesso: potremmo classificare i modelli di enoturismo in due grandi macro categorie:
- l’enoturismo “aziendale”;
- l’enoturismo “ambientale”.
Nel primo caso l’impresa diventa il contesto enoturistico esclusivo, dove l’esperienza turistica si concentra sulla storia aziendale. Per usare una metafora, spesso ci si trova di fronte ad un quadro (l’azienda) che magari è di arte contemporanea ma la cornice (l’ambiente, il paesaggio circostante) è molto classica, antica.
Nel secondo caso, invece, l’azienda e il paesaggio circostante sono un tutt’uno, in assoluta coerenza a partire dal profilo architettonico delle strutture produttive (cantina) e dell’accoglienza.
Ho riflettuto molto su questa distinzione durante la visita a Lamole di Lamole. Si tratta dell’azienda toscana del Gruppo Santa Margherita a metà strada tra Firenze e Siena. Si entra nel mood dell’azienda già inerpicandosi per la strada tortuosa che porta al piccolo e suggestivo borgo di Lamole che fin da subito ti dà quelle bella (e rara) sensazione di reale autenticità.
Come assolutamente autentica appare subito l’azienda che è quasi nascosta tra le pieghe del borgo. Con i suoi quasi 700 m siamo nel limite massimo di produzione del Chianti Classico anche se, molto probabilmente, le preoccupanti mutazioni climatiche fanno di questi territori vitati in altitudine forse la risposta migliore.
Era la prima volta che la visitavo e ammetto che mi sarei aspettato, non so per quale precisa ragione, un’azienda più visivamente impattante. Ed è stata questa sorpresa che mi ha portato a riflettere. Spesso, infatti, siamo portati a giudicare le aziende anche per il loro lato “estetico”; tuttavia, trovo che l’esteriorità di un’azienda venga troppo spesso giudicata non prendendo in esame il contesto in cui è inserita, ma esclusivamente ciò che è inserito all’interno del suo perimetro.
Su questo fronte sarebbe interessante stimolare una riflessione di confronto anche con architetti ed esperti del paesaggio per arrivare a comprendere il complesso tema della costruzione di un’impresa vitivinicola tenendo presente anche gli aspetti enoturistici e le aspettative dei turisti del vino.
In questa direzione, Lamole di Lamole rappresenta un luogo non solo assolutamente integrato nell’ambiente circostante da un punto di vista architettonico, ma anche determinato ad esaltare al meglio tutto ciò che circonda l’azienda attraverso la sua offerta enoturistica.
Per la prima volta, ad esempio, mi è capitato di iniziare una visita partendo dal paese in cui la cantina è situata, più precisamente dalla Chiesa di San Donato di Lamole.
Ma le brave responsabili dell’attività di accoglienza di Lamole di Lamole – Camilla Fusi, responsabile hospitality dal 2015, e Patrizia Piazzini, hospitality manager da tre anni – ci hanno subito spiegato che in questo piccolo paese di solo 85 anime, la maggioranza di esse è impegnata nel lavoro del vino. Per questa ragione fin da subito Lamole diventa non solo un luogo storico di grande interesse, ma l’anima vitale dell’azienda.
E questo ti fa riflettere su quanti siano i borghi che vivono di economia vitivinicola grazie alla presenza di aziende, grandi o piccole, nel loro territorio. Per questo partire dal “paese” e non dalla “cantina” non solo è una scelta narrativa, ma rappresenta un fattore chiave nell’identità di molte aziende. Nello specifico, ciò che si riesce a vedere dalle straordinarie terrazze vitate di Lamole è forse una delle viste più belle non solo del Chianti Classico, ma anche del nostro Paese.
Anche in questo caso a fare la differenza non è “solo” quello che si vede, ma anche quello che viene raccontato. E in questa direzione è stata perfetta la scelta di Camilla e Patrizia di raccontare il paesaggio come fosse una mappa dove ogni collina o paese in lontananza ti viene indicato e spiegato per darti un prezioso orientamento.
Così riesci a comprendere che Lamole di Lamole non solo è al centro di uno dei territori italiani del vino più vocati, ma anche un luogo di grande valore storico paesaggistico, dove il vino è in grado di raccontarti l’incredibile storia del nostro Paese. Ed è appunto questo il valore aggiunto straordinario del turismo del vino, ed è questo che Lamole di Lamole riesce a dimostrare in maniera eccelsa.
Le persone che ci hanno accompagnato
La nostra esperienza a Lamole di Lamole è iniziata la sera precedente alla visita vera e propria con una duplice sorpresa: la prima è stata una cena a Vitique, il ristorante del gruppo Santa Margherita coordinato con sapienza da Dario Nenci con l’aiuto in cucina del giovane chef Antonio Guerra.
Un team giovane che ci ha saputo coinvolgere e stupire fin dal nostro ingresso, attraverso una visita nella cantina ed un eccellente percorso di degustazione.
La seconda sorpresa è stata avere con noi a cena Virginia Stancheris, responsabile comunicazione del gruppo, che è scesa dal Veneto solo per farci compagnia. Una cena tutt’altro che noiosa quella con Virginia, che ci ha fatto comprendere tutti i punti di vista e i progetti comunicativi del Gruppo e, allo stesso tempo, ci ha fatto conoscere qualcosa in più di lei.
La mattina dopo, ad aspettarci a Lamole abbiamo trovato Camilla Fusi e Patrizia Piazzini.
Patrizia si è trasferita a Lamole, dove ci sono 85 residenti, integrandosi a tal punto con l’energia del luogo da sentirsi parte della sua ristretta comunità. Un plauso a questi giovani che scelgono di lavorare nel mondo del vino e che lo vivono in pieno con esperienze totalizzanti. Mi ha colpito molto la sua voglia di farci vivere Lamole: generosità di informazioni, grande sorriso e totale disponibilità.
Camilla ha condiviso con noi l’altra parte della medaglia di chi si occupa di hospitality: la gestione del back office, della relazione con il cliente prima dell’arrivo, dell’analisi dei report e dei dati. Fare enoturismo infatti non significa solo accogliere e far assaggiare i vini, ma anche organizzare e analizzare la marea di dati che rendono sostenibile ogni nuova iniziativa. In questo, Camilla ha affinato una grande capacità di analisi. Ho apprezzato però che abbia accettato di mettersi in prima linea con noi e che si sia buttata con gioia in qualcosa che non era nelle sue corde! Grazie!
Informazioni su enoturismo:
Azienda
Lamole di LamoleOrari
Lun. - Dom. 10.00 - 18.00Indirizzo
Via di Lamole, Loc. Lamole – 50022 – Greve in Chianti (FI)
Contatti
E-mail: visit@lamole.com
Tel: 342 091 2853
Accoglienza
Offre servizio di ristorazione, picnic in vigna, visite con pranzo e cena
Attività proposte
Visita e degustazione, Visita del Borgo di Lamole, Passeggiata tra i vigneti, Smart Tasting