Svezia e Norvegia sono due mercati nordici molto ambiti per il vino italiano. Anche se complessi, a causa della presenza di un sistema come il Monopolio che rende talvolta i meccanismi troppo articolati da gestire o impossibili da penetrare. 

Abbiamo scoperto quali sono i trend che animano questi mercati durante lo scorso wine2wine assieme alla giornalista svedese Åsa Johansson e al sommelier e giornalista norvegese Marius Odland. 

In questo primo articolo ci vogliamo concentrare sul primo di questi mercati, quello svedese, attraverso le parole di Åsa Johansson, giornalista di vino, cultura e viaggi per alcune delle testate più influenti di Svezia, Norvegia, Canada e Italia.

“In Svezia il Monopolio è stato introdotto ad inizio 1900, a causa delle cattive abitudini di consumo degli alcolici degli svedesi, ma nel 1995 è avvenuto un grande cambiamento che ha modificato il sistema e lo ha reso così come lo conosciamo oggi” ha spiegato la giornalista. “Dopo l’ingresso nell’Unione Europea della Svezia, al Monopolio è stato affidato il controllo solo dell’offtrade, così sono nati i primi importatori e l’importazione di vino non è stata più solo appannaggio del Monopolio”. 

Oggi in Svezia esistono 400 negozi del Monopolio, il 70% delle bevande alcoliche è venduto tramite il Systembolaget, il 10% tramite i ristoranti, il 10% acquistato durante viaggi e il 0,5% online. Il vino è la bevanda alcolica più popolare (45% del mercato), seguita da birra (33%) e spirits (19%). Nel 2020 il consumo di alcolici ha raggiunto 8,5 litri per persona, quantitativo diminuito negli ultimi 10 anni, ma più elevato rispetto agli standard degli anni Novanta.  

Il vino italiano occupa circa il 25% del mercato in volume. Tra le tipologie di vino i rossi italiani rappresentano una fetta del 40% del mercato, mentre i bianchi sono al terzo posto dopo quelli sudafricani e francesi. Tra i Paesi più performanti: Austria, Portogallo e Francia hanno avuto la crescita più significativa nel 2020. 

Quali sono i trend di questo mercato in questo momento storico, soprattutto post-pandemia?

– I vini sostenibili e con certificazione etica sono un segmento in crescita esponenziale. In particolar modo i vini biologici sono cresciuti lo scorso anno del 16,2%. “Nel prossimo futuro ci sarà un particolare spazio per i vini con una certificazione etica sugli scaffali del Systembolaget. Le persone sono disposte a pagare di più per questi vini, che sono molto più comuni tra le nuove generazioni” ha spiegato la giornalista.

Autenticità e premiumizzazione. Nel 2006 i vini che costavano più di 10 euro erano solo il 9% del mercato, oggi rappresentano il 30% del mercato. La premiumizzazione è in corso, anche se i vini che costano tra i 9 e 10 euro sono ancora la fetta più grande di mercato (60%). 

Low alcohol e no-alcohol. Le bevande senza o con un basso livello di alcol stanno diventando sempre più ricercate, specialmente tra le nuove generazioni. 

– La Svezia è un mercato molto aperto ed eclettico in fatto di packaging. “La Svezia non produce vino, dunque i consumatori non hanno conoscenze specifiche sull’importanza di una bottiglia di vetro o di un tappo in sughero. Dunque in questo Paese il 60% dei vini viene venduto in formato bag in box, ma sono ben accetti anche altri formati come le lattine o le bottiglie in plastica. Il mercato è molto aperto” conclude Åsa Johansson.