L’export del vino italiano continua a salire nonostante la crisi e le accise presenti in alcuni Paesi. Rispetto al 2014, infatti, si � registrato un aumento del 5,4% delle esportazioni dei prodotti vinicoli del nostro Paese e, in particolare, un aumento del 17,1% degli spumanti. Tra i Paesi che contribuiscono all’ascesa dell’Italia del vino c’� il Regno Unito, il quale importa il 12% dei nostri prodotti, confermandosi il terzo Paese importatore. Sebbene la Francia sia sempre in testa, o meglio, quasi sempre, i nostri vini, soprattutto quelli del Nord Italia, conquistano sempre pi� punti.
Il Regno Unito raggiunge il sesto posto tra i Paesi consumatori di vino, mentre � molto pi� modesto il consumo pro capite che gli fa guadagnare la ventiduesima posizione. All’interno del mercato britannico, fortemente dominato dalla presenza della Francia, l’Italia � il secondo Paese fornitore di vino. Dal 2011 al 2015, il nostro Paese � riuscito a mantenere costanti le quote di mercato intorno al 16%. Nel corso degli ultimi anni, i nostri principali rivali, i francesi, hanno avuto una grossa contrazione delle quote di mercato, dal 28% al 24%. Ma la “competizione” non finisce qui. Un caso di successo riguarda l’esportazione di vini frizzanti: dal 2013 l’Italia supera in quantit� la Francia come Paese fornitore di vini frizzanti.
L’incremento dell’export raggiunto nel 2014, non si � ripetuto nel 2015, anno in cui, invece, si � registrata una diminuzione delle esportazioni di vino, dovuta all’aumento del tasso di cambio monetario. Infatti se nel 2014 100 Euro equivalevano a 90 sterline, nel 2015 corrispondevano a 75 sterline. � uno stacco non indifferente per il commercio del vino, ma non � l’unica aggravante di questo calo. La bassa produzione vinicola locale pesa anche nei portafogli dei consumatori: tutti i vini importati avranno un rincaro che colpir� le tasche dei consumatori. Ad esempio, se in Italia una bottiglia ha un prezzo franco cantina di 5 Euro, un cliente di un ristorante londinese pu� pagare la stessa bottiglia di vino quasi 50 Euro, vale a dire dieci volte il prezzo di partenza.
Per quanto riguarda i canali di vendita, la rete di distribuzione on trade occupa solo il 16% del valore di vino venduto, mentre � l’off trade ad avere la percentuale pi� alta con l’84%. Questa categoria comprende la GDO, le catene specializzate e indipendenti e la vendita online. Le quattro maggiori catene della grande distribuzione, Tesco e Sainsbury’s, Asda e Morrisons, detengono il 70%, anche se c’� un calo delle vendite a favore dei discount, ma non si raggiungono i livelli della Germania. A fianco alla grande distribuzione, un segmento che merita attenzione � la vendita online. La Gran Bretagna � diventato il Paese con la dinamica pi� forte di vendite online grazie all’esistenza di una rete di distribuzione molto efficiente, come le consegne fatte in giornata.
Il principale Paese fornitore del canale off trade � l’Australia e subito dopo la segue l’Italia. In questa categoria, la fascia di prezzo per il Prosecco non supera i 10 Euro, stessa cosa per i bianchi, mentre per i rossi si superano anche i 12 Euro. Ma quali sono i vini maggiormente apprezzati dai consumatori britannici? Nel canale on trade, i vini bianchi riscuotono maggiore successo rispetto ai rossi e ai rosati. I gusti dei clienti della grande distribuzione, invece, rispecchiano le esportazioni dall’Italia, infatti il 42% dei vini Made in Italy provengono dal Veneto, come Soave e Pinot Grigio, seguito dal Piemonte con il 23% e la Lombardia.