A maggio di quest’anno avevo paventato un possibile esito positivo nella disputa commerciale tra Cina e Australia ed una possibile soluzione per quanto riguarda i dazi sul vino. L’apparente disgelo era iniziato già a novembre 2022, quando dopo 6 anni il Primo Ministro australiano Anthony Albanese aveva incontrato il Presidente cinese Xi Jinping.
Ma le previsioni erano decisamente ottimistiche, lo dimostra la rinnovata tensione tra Australia e Cina che ha raggiunto un nuovo apice nella disputa sui dazi legati al vino australiano. Iniziata nel 2020, questa controversia ha provocato un forte impatto sul settore vinicolo australiano, i pesanti dazi hanno ridotto drasticamente le esportazioni di vino australiano verso la Cina.
Entrambe le nazioni hanno cercato una soluzione attraverso il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), ma gli ultimi risvolti minacciano di ostacolare i progressi sinora realizzati nei colloqui commerciali.
La disputa sul vino è solo una delle molte tensioni tra Australia e Cina negli ultimi anni. Le divergenze riguardo alle origini del COVID-19, alla sicurezza nazionale e ai diritti umani hanno contribuito a questa situazione. Tuttavia, entrambi i Paesi avevano iniziato a cercare una normalizzazione delle relazioni commerciali. Questo aveva portato a miglioramenti nei settori dell’orzo, dell’orticoltura, del cotone e altri.
In questo articolo andrò ad esplorare le radici del conflitto, i recenti sviluppi e le implicazioni per il commercio globale.
Antefatto: i dazi sul vino
La disputa è iniziata quando la Cina ha introdotto dazi del 218% sulle importazioni di vino australiano nel marzo 2021. Questa mossa è stata una rappresaglia nei confronti dell’Australia che aveva chiesto un’indagine indipendente sulle origini del COVID-19 e aveva sollevato preoccupazioni sulla sicurezza nazionale e i diritti umani in Cina. L’imposizione dei dazi ha avuto un impatto drammatico sull’industria vinicola australiana, creando giacenze equivalenti a circa 2,8 miliardi di bottiglie e mettendo a repentaglio un commercio che valeva 1,3 miliardi di dollari australiani all’anno.
La proposta della Cina: una soluzione ampia
Recentemente, la Cina ha avanzato un’interessante proposta. Ha suggerito una soluzione che non affronterebbe solo i dazi sul vino, ma anche altre dispute commerciali, tra cui le azioni antidumping dell’Australia su vari prodotti cinesi, in primis l’acciaio. La Cina ha evidenziato l’importanza dell’industria vinicola nazionale, che coinvolge oltre 1000 aziende e ha auspicato un miglioramento della fiducia reciproca tra i due Paesi.
La risposta dell’Australia
L’Australia ha respinto la proposta, sottolineando che i dazi sul vino e le azioni antidumping sull’acciaio e su altri prodotti rimangono questioni separate. Il Ministro dell’Agricoltura australiano, Watt, ha dichiarato che l’Australia continuerà a difendere la sua posizione presso il WTO e a perseguire le sue azioni contro le importazioni cinesi. In sostanza l’Australia spera che queste dispute possano essere risolte attraverso il dialogo, ma mantiene una posizione ferma.
Un futuro incerto per i dazi sul vino
Il futuro della disputa legata ai dazi sul vino rimane incerto, ma i negoziati proseguono e le speranze per una soluzione pacifica sono ancora vive. Tuttavia, rimane da vedere se l’Australia e la Cina riusciranno a superare questo impasse e a trovare un terreno comune per risolvere la questione dei dazi sul vino. Nel frattempo, l’industria vinicola australiana rimane in attesa, sperando che una risoluzione possa arrivare in tempo per il prossimo Capodanno cinese, ma le premesse sono tutt’altro che positive.