The Buyer’s Covid-19 Rolling Hub è stato selezionato tra i migliori canali di business media nel Regno Unito e premiato dalla UK Press Gazette nella sezione “Coronavirus Excellence Journalism Initiative”.
Nella stessa sezione non mancano riferimenti ai numeri e alle statistiche, dalle quali emerge una nuova e importante visione: questa pandemia ha spinto i consumatori a comprare più vino ma a più basso costo.
Le persone in questione sono spinte a consumare più vino anche perché hanno modificato la loro routine. Se prima erano ben disposte a stappare una bottiglia solo di sera a cena, ora sono ben propense a farlo anche a pranzo, considerando che le restrizioni hanno consentito di spendere maggior tempo a casa anche in una fascia oraria, come quella del pranzo, che per i più era una fascia ‘’proibitiva’’ prima della pandemia. Il 16% dei consumatori dichiara, infatti, di bere vino ogni giorno contro un 11% che lo faceva già prima del lock-down.
Questo risultato ci insegna, quindi, che è bene riconsiderare un’attenta e costante attività di brand awareness per raggiungere anche quei consumatori che ormai si diranno reticenti a frequentare ristoranti e luoghi di incontro anche dopo la riapertura.
Lulie Halstead, chief executive della Wine Intelligence osserva, infatti, che in questo particolare periodo di crisi e di perdita di riferimento, le persone ricercano instancabilmente tutto quanto gli risulta familiare in termini di affidabilità e sicurezza. Secondo la teoria delle ‘’shuttered assumptions’’la psicologia sociale propone che dopo un evento traumatico le persone cambiano e cambia il loro modo di vedere il mondo.
Ciò spiegherebbe, perciò, un tema che ricorre nell’attraversamento di un trauma e cioè il ricorso al ‘’familiare’’. In tempi di crisi la tendenza dell’essere umano è quella di conferire maggiore valore a quanto ci circonda e, in termini di brand, le persone sentono che quelli locali possano essere fisicamente e culturalmente più vicini a loro.
Con questo podcast, promosso con la collaborazione di The Buyer, Paul Caputo giornalista, giudice e critico nel Regno Unito e ambasciatore al Vinitaly, vuole offrire una panoramica sullo scenario del business vinicolo globale ma con particolare accento sulla realtà italiana.
Caputo dichiara: ‘’sono entusiasta all’idea di offrire una finestra simpatica ma allo stesso tempo informativa sul panorama del vino italiano. Con le mie interviste ai maggiori produttori e commercianti di vino, mi auguro di riuscire a disegnare un quadro chiaro ma anche di percorrere sentieri non battuti portando alla luce le più nascoste varietà italiane’’.
Si parla di crisi quindi, ma si parla anche di novità e di valori aggiunti che prima di un evento traumatico come questo non tutti erano pronti a considerare.
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