Come descriveresti il mercato danese?
Un El Dorado. In questo momento storico rappresenta uno dei mercati di punta tra quelli europei. Sono necessarie alcune precisazioni però. Innanzitutto è un mercato piccolo, anche se molto florido ed interessante.
Per quanto riguarda il mondo dell’importazione una percentuale altissima, circa dell’80%, è occupata da importatori della GDO e sono presenti moltissimi importatori medio-piccoli, in quanto c’è la liberalizzazione delle licenze.
Due sono i poli principali per il mondo del vino: Copenhagen e dintorni, e Aarhus, la seconda città più popolosa della Danimarca.
La cosa interessante di questo Paese è che uno stesso produttore può tranquillamente avere più importatori per diverse ragioni.

Quali sono?
La prima è che essendo gli importatori maggiormente di medio-piccole dimensioni coprono aree territoriali geograficamente circoscritte. Dunque
si può avere un importatore a Copenhagen e uno a Aarhus. In secondo luogo, non esiste come in altri Paesi, mi viene in mente il Giappone, una dinamica di fidelizzazione estrema. Dunque gli importatori mettono in conto che il produttore possa avere più referenti commerciali nel loro Paese.

Danimarca: mercato emergente o maturo?
Assolutamente maturo e culturalmente predisposto al consumo del vino, grazie alla consistente crescita avuta negli ultimi 10 anni. La Danimarca è inoltre un mercato ponte, la “principessa degli stati scandinavi”: rappresenta uno stile di vita scandinavo senza avere l’ostacolo del monopolio. Io consiglio sempre ai produttori che vogliano approcciarsi alla Scandinavia di partire dalla Danimarca, senza ombra di dubbio.

Chi è il consumatore medio di vino?
Il consumatore medio occupa una fascia di età tra i 30 e i 60 anni. Ama consumare vini più strutturati, con predilezione per i rossi, tende a preferire i brand, ma si sta anche aprendo sempre di più al consumo di vini alternativi, vitigni autoctoni o biologico.
Il consumatore medio è anche molto curioso verso le novità, viaggia molto e ama visitare le cantine e acquistare vino in loco. L’Italia, per nostra fortuna, è la meta privilegiata dell’enoturismo danese.

Che attitudine ha il consumatore verso i vini biologici?
Questo è il momento dei vini biologici in Danimarca. Da diversi anni c’è richiesta di vini sostenibili (biologici o naturali) e si sta facendo avanti un’attenzione verso l’ecosostenibilità e il wellness di tutta la filiera (dall’ambiente al consumatore finale). C’è da dire che c’è molta concorrenza di vini francesi, che sono per la maggior parte biologici, ma il rapporto qualità-prezzo dei vini italiani ci privilegia. Per questo i vini italiani sono i primi in valore e in volume in Danimarca.
Quello che non ho ancora ben capito però è la reale percezione del consumatore della differenza tra i vini certificati bio, naturali e vini senza solfiti.

Perché un produttore italiano di biologico dovrebbe puntare sulla Danimarca?
Perché non ci ha puntato prima? Mi chiedo. Se dovessi fare un’analisi di posizionamento strategico per un produttore, anche medio-piccolo, di vini biologici punterei senza dubbio sulla Danimarca: costo della vita più alto, attenzione al wellness, potere di spesa maggiore.

Con che strumenti ci si può muovere?
In questo momento mi rivolgo ai produttori medio-piccoli (per volumi o posizionamento qualitativo). Ci sono diverse opportunità, secondo la mia opinione: organizzare o partecipare a degli incoming, anche tramite il Consorzio di riferimento; partecipare a degli eventi B2B in loco dove ci sono importatori, referenti Horeca o agenti, una grande massa di contatti possibili; oppure pagare un export manager, anche plurimandatario, che fa un lavoro di selezione di quelli che sono i mercati ed eventi di riferimento.
Con il secondo scopo, organizzare eventi B2B o B2C, è nato Organic Value, che il 9 novembre 2018 sarà in Danimarca per il primo evento del tour europeo.  

Di cosa si tratta?
Si tratta di un evento prettamente B2B, ma con una finestra dedicata al consumatore finale, rivolto esclusivamente ai produttori di biologico italiani. Qual è la sua forza? Che non esiste un evento dedicato a vini italiani bio certificati in Danimarca, ma anche nel resto del mondo e ciò attirerà l’attenzione degli importatori.

Come è organizzato l’evento di Organic Wine in Danimarca? Con che finalità ed interlocutori?
L’evento prevede due parti: una mattinata e primo pomeriggio dedicata al B2B, con la presenza di importatori, esponenti del mondo Horeca, giornalisti, sommelier ed agenti. Nel tardo pomeriggio invece una finestra di due ore sarà dedicata ai consumatori finali, perché in questo mercato maturo il pubblico finale è importante a prescindere, per avere un confronto ma anche un riscontro economico diretto, perché i danesi viaggiano molto e acquistano andando in cantina. 

Informazioni sul Tour di Copenhagen