Il volume totale di alcolici venduti durante il lockdown di 17 settimane, durato nel Regno Unito fino all’11 luglio, è di 1,3 miliardi di litri, in calo rispetto ai 2 miliardi dell’anno precedente. Questi sono i dati sul Regno Unito diffusi da Nielsen Scantrack e CGA che hanno rilevato questo significativo cambiamento nonostante le aspettative fossero ben diverse dal momento che nello stesso periodo le vendite a valore attraverso i principali rivenditori siano aumentate di 1,9 miliardi di sterline.

Le vendite di alcolici al supermercato durante i quattro mesi presi in esame hanno raggiunto i 7,7 miliardi di sterline, ma non sono state sufficienti a far raggiungere i valori dello scorso anno. Cosa ha inciso? Naturalmente la chiusura dei ristoranti. Dunque, con la ristorazione chiusa, il volume complessivo di alcol acquistato nel Regno Unito è stato di gran lunga inferiore rispetto allo scorso anno, nonostante si sia rilevato un evidente aumento in valore.

Gemma Cooper, senior client business partner di Nielsen, ha dichiarato che nonostante il lockdown sia stato percepito come un periodo in cui non indugiare in consumo di bevande alcoliche, confermato anche dell’elevato acquisto nei negozi al dettaglio, il Regno Unito non è arrivato a consumare più alcol del normale. “Senza essere in grado di uscire e socializzare con gli altri durante il picco della pandemia, e con l’accesso a pub o ristoranti impedito, abbiamo assistito ad un calo naturale del volume di alcolici venduti anche se il consumo a casa è aumentato”.

Quali sono state le categorie di bevande che sono uscite vincitrici da questo lockdown? Sicuramente la birra è una di queste con vendite a valore in aumento di 737 milioni di sterline rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per un totale di 2,2 miliardi di sterline nelle 17 settimane. Tra le categorie di birra salgono quelle premium rispetto alle standard, mentre anche il sidro ha visto un aumento del 48% per un totale di 537 milioni di sterline. 

Il vino ha registrato guadagni di 516 milioni di sterline rispetto alla cifra dello scorso anno, salendo a 2,4 miliardi di sterline. Anche le vendite degli spirits sono state importanti: circa 450 milioni di sterline in più rispetto allo scorso anno, per un totale di 1,9 miliardi di sterline durante il periodo di blocco.

Per quanto riguarda la riapertura dell’on-trade a metà luglio prevale ancora un sentimento di grande cautela. È stata una riapertura graduale e c’è ancora nervosismo tra gli acquirenti. Ad esclusione di alcuni periodi in cui i consumatori hanno aderito al programma “Eat out to Help out”, l’off-trade ha generalmente condizionato, rallentando, l’apertura dei ristoranti, rimandando ancora un canale altamente più performante. In parte ciò è dovuto anche al clima favorevole che induce i consumatori a socializzare all’aperto in parchi o giardini acquistando le bevande alcoliche al supermercato. 

Infine il fenomeno della Premiumisation è inoltre in corso nel Regno Unito. Anche il costo medio della bottiglia acquistata è salito negli ultimi mesi: secondo i dati Nielsen infatti la fascia 5-7 sterline rappresenta ora il 53% del mercato e quella 7-9 sterline l’11%, facendo calare notevolmente la fascia 3-4,99 sterline del 40% rispetto allo scorso anno.