Con una previsione di circa 5.500 espositori provenienti da oltre 60 Paesi al mondo, dopo due anni di stop ritorna finalmente anche Prowein, che andrà in scena a Düsseldorf dal 15 al 17 maggio. Dopo le polemiche che hanno fatto seguito allo spostamento nel mese di maggio (anziché il consueto marzo), la fiera apre le porte con una situazione nettamente più rilassata e con minori restrizioni, in gran parte abbandonate in base alle attuali disposizioni di legge. 

Secondo le parole del direttore Bastian Mingers, Prowein si dimostra secondo le previsioni ancora una volta “una kermesse che da sempre offre l’opportunità di scoprire la più vasta gamma al mondo di vini, liquori e bevande artigianali per i professionisti internazionali del commercio al dettaglio specializzato, del commercio alimentare e dei settori alberghiero e della ristorazione”. Lo abbiamo intervistato per scoprire come affronta le poche ore che ci separano dalla fiera.  

Quali sono le vostre aspettative per quest’anno, dopo due anni di stop? 

ProWein è l’evento chiave incontrastato del settore e la piattaforma ideale per il networking e lo scouting di nuove tendenze e prodotti. Dopo questo lungo periodo di pandemia il focus è ora su una nuova partenza perché i segni del tempo puntano tutti nella stessa direzione, ovvero una ripresa attiva della vita lavorativa. Le fiere internazionali svolgono quindi un ruolo fondamentale, sia per gli espositori che per i visitatori. 

Quali sono le misure che avete adottato per garantire una fiera sicura?

Riprogrammando la fiera da marzo a maggio siamo riusciti ad arrivare ad una condizione in cui le restrizioni Covid degli ultimi due anni di pandemia possono ora essere in gran parte abbandonate in base alle attuali disposizioni di legge. 

In concreto questo significa che le restrizioni e le rigide regole di distanziamento sociale non si applicano più. Raccomandiamo però di indossare maschere mediche nei locali e di mantenere una distanza di 1,5 m dalle altre persone. Inoltre, metteremo a disposizione distributori di disinfettante e faremo pulire più volte al giorno le superfici di contatto utilizzate di frequente. Le porte, a meno che non siano porte antincendio, saranno lasciate aperte per il passaggio delle persone senza contatto. Senza dimenticare i filtri dell’aria e i sistemi di ventilazione ad alte prestazioni, gli spazi spaziosi e l’ampia ripartizione degli spazi per gli stand all’interno dei 13 padiglioni ProWein. 

Inoltre, garantiremo uno smaltimento ottimizzato delle sputacchiere; nei 13 padiglioni espositivi saranno previsti 70 punti per lo svuotamento delle sputacchiere. Un altro aspetto della sicurezza: i bicchieri da degustazione noleggiati dal fornitore di servizi Boels verranno lavati a 60°C.

Considerando l’atteggiamento internazionale di Prowein, da quali paesi provengono i visitatori?

ProWein è da sempre una fiera di impronta molto internazionale, infatti la metà dei visitatori proviene non dalla Germania, ma dall’estero. Proprio perché siamo così internazionali, abbiamo spostato ProWein da marzo a maggio. Era chiaro per noi che avremmo ricevuto più risposta dal lato dei visitatori. Naturalmente, non possiamo eguagliare il successo che abbiamo avuto prima della pandemia. Tuttavia, stiamo assistendo a una buona risposta, soprattutto dall’Europa.

Come ha reagito il mercato tedesco alla pandemia?

Dal 2017 forniamo al settore vinicolo il ProWein Business Report, in partnership con la Geisenheim University, un barometro di mercato unico al mondo su una lunga sequenza temporale che risponde alle domande chiave del settore e affronta temi speciali su base annuale. I risultati degli ultimi ProWein Business Reports mostrano che nel 2020, primo anno di pandemia, il settore guardava ancora al futuro con grande pessimismo. Contrariamente alle aspettative, il 2021 ha visto una chiara ripresa del commercio del vino, tuttavia il buon clima economico prevalente prima della pandemia non è stato ancora raggiunto. 

Le aspettative per il 2022 sono cautamente positive. I produttori di vino spagnoli e italiani sperano nel più forte miglioramento della domanda di vino dopo la pandemia. I produttori francesi sono leggermente meno ottimisti a causa delle elevate perdite di raccolto dovute alle gelate tardive, mentre i produttori tedeschi sono generalmente più riservati. In generale l’aspettativa è che la situazione nel 2022 non cambierà molto rispetto al 2021.