Se c’è un mercato europeo che ha generato maggiore scalpore durante questa pandemia è sicuramente la Svezia. Nel Paese nordico infatti non sono state introdotte misure molto restrittive, come lockdown o chiusura totale delle attività commerciali, e questo ha diviso l’opinione di istituzioni e persone.
Cosa sta accadendo ora nel mercato svedese? Che tipo di ripercussioni ha avuto la pandemia sull’economia di questo Paese, che occupa un posto relativamente importante per il commercio del vino italiano? In un seminario di wine2wine, introdotto da Tommasella Perniciaro, Ulf Sjödin, il primo Master of Wine svedese con 25 anni di carriera nell’import, consulenza e vendita al dettaglio di bevande alcoliche, ci ha raccontato qualcosa in più sulla situazione del mercato svedese. In particolare modo, essendo da 10 anni Head of Category Management al Systembolaget, Sjödin ha spiegato come il Monopolio, responsabile dell’entrata nel Paese di 550 milioni di litri di birra, vino e superalcolici all’anno, ha affrontato questa pandemia.
“È un periodo strano per tutte le aziende sia nel settore on-trade che off-trade. In Svezia non abbiamo mai avuto l’obbligo di lockdown totale e dell’uso della mascherina. Le scuole sono rimaste aperte e le persone hanno fatto smart working già da marzo. Ci sono opinioni contrastanti rispetto alle misure adottate, ma tutto sommato l’economia svedese sta in piedi; certamente ci sono settori che sono stati più impattati da questa situazione di limitazioni e distanziamento sociale, il settore Horeca è uno di questi. Purtroppo il settore on-trade ne ha risentito in modo particolare perché molti ristoranti hanno chiuso da marzo a maggio e dopo la riapertura estiva, oggi si trovano a dover rispettare il divieto della vendita delle bevande alcoliche dopo le 22. E dalla prossima settimana sono previste ulteriori restrizioni. Un canale che si dimostra coerente con il trend generale mondiale è l’e-commerce: le vendite online hanno registrato un incremento del 26% nel terzo trimestre di quest’anno.
Per quanto riguarda il Monopolio, che possiede oltre 450 punti vendita in tutto il Paese e gestisce un indotto di vendite off-trade di alcolici per 10 milioni di persone, il Master of Wine racconta come abbiano assistito ad un incremento totale delle vendite del 13%: con i distillati che sono cresciuti in maniera maggiore del 22%, a seguire la birra con un +17% e infine il vino con un +10%.
“Il fatto che il vino abbia avuto l’incremento minore non deve preoccupare perché ciò è giustificato dal fatto che il vino è maggiormente venduto normalmente nei negozi del Monopolio che ne detiene oltre l’80% della quota di mercato” ha spiegato Sjödin. “Al contrario la birra e i superalcolici sono venduti maggiormente nel canale on-trade in condizioni normali. Essendo rimasti chiusi molti ristoranti o essendoci limitazioni su spostamenti e orari le persone tendono ad acquistare maggiormente questi prodotti nei negozi del Monopolio ad oggi”.
Alcuni dati rilevanti riguardano le vendite non “fisiche” in presenza in negozio, che confermano la tendenza generale ad acquistare a distanza da parte dei consumatori e a consumare nelle quattro mura domestiche. I negozi del Monopolio hanno registrato un incredibile incremento del 1200% delle consegne a domicilio e anche le vendite online con ritiro in negozio sono aumentate del 50% da inizio di marzo.
Passando nello specifico al settore vino le vendite mensili rispetto al 2019 sono aumentate del 10% nei mesi da aprile a luglio, mentre nel mese di agosto si è registrato un significativo calo in comparazione all’anno prima a causa della mancanza di turisti. Per quanto riguarda la tipologia di vini, non si registra grande differenza tra rossi, bianchi e sparkling, rilevante però l’exploit dei vini biologici, che occupano oggi il 24% delle vendite totali di vino.
Come sarà la situazione dopo il Covid?
“Per me l’on-trade tornerà finalmente a livelli normali, ma il problema è se ci sarà recessione dopo l’epidemia e tutto dipende dalla durata che questa avrà e dal supporto statale alle imprese. All’inizio della ripresa le persone ricominceranno a viaggiare, i prodotti nuovamente scambiati, ma il livello sarà inferiore rispetto al 2019. Non ci possiamo illudere che tutto tornerà subito come prima. Se c’è una sicurezza che ho però è che il consumo totale dell’alcol tornerà alla norma pre-Covid” ha concluso l’esperto.