Individuare le tendenze di lungo periodo nel mondo del vino non è una operazione semplice, spesso rappresentano un terreno effimero, passeggero e scivoloso. Lo si è potuto constatare durante il periodo pandemico quando si sono diffuse alcune innovazioni che sono tornate nel dimenticatoio una volta superata la crisi sanitaria. Un esempio emblematico? le degustazioni online.
Felicity Carter sulle pagine di Wine Business International ha tentato di individuare 7 tendenze da monitorare che possono avere implicazioni a lungo termine per il settore del vino.
1 – Il declino dei social media
Le cantine ed i produttori che si sono affidato ai social media e agli influencer dovranno ripensare la propria strategia di marketing, dato che i social media non sono più la forza trainante di una volta, si sta verificando un calo dell’utilizzo di Twitter, Facebook e Instagram. Le ragioni sono molteplici, non ultima l’ascesa di TikTok.
I social media sono in fase discendente, ciò implica che sarà più difficile e più costoso ottenere lo stesso livello di coinvolgimento dei consumatori. TikTok non aiuterà, perché i contenuti legati agli alcolici subiscono forti restrizioni sulla piattaforma.
2 – Il turismo del vino è destinato a crescere
Dopo la pandemia, nonostante le numerose difficoltà, le cancellazioni dei voli, le lunghe attese negli aeroporti, i viaggi sono esplosi.
Inoltre la Cina ha riaperto ai viaggi, molte famiglie cinesi hanno risparmiato durante il periodo della pandemia e sono ansiose di viaggiare: le prenotazioni per il recente Capodanno lunare (Festa di Primavera) sono aumentate del 540%, mentre la spesa media è balzata a +32%.
Non tutti i turisti si dirigeranno verso le regioni vinicole, ma il Financial Times riporta che una delle motivazioni principali per i turisti cinesi riguarda l’enogastronomia, ciò rappresenta una potenziale buona notizia per il vino.
A questo proposito, come ho evidenziato in un recente articolo, Dubai ha recentemente eliminato la tassa del 30% sugli alcolici, proprio per incentivare il turismo: un’altra buona notizia per il settore.
3 – I giovani si stanno avvicinando al vino pregiato
Liv-ex e Sotheby’s riferiscono che, tra le molteplici tendenze che riguardano il mercato dei fine wines, sta emergendo un gruppo di giovani sempre più attivo ed interessato.
Jamie Ritchie, presidente mondiale di Sotheby’s Wines & Spirits ha dichiarato recentemente: “Circa il 40% dei nostri nuovi acquirenti ha meno di 40 anni. Provengono da ogni area, Asia, America, Europa”.
Le nuove applicazioni e altri strumenti digitali hanno aperto nuove opportunità per il mercato secondario, secondo Justin Gibbs, Vice Presidente e Direttore della Borsa di Liv-ex: “Per accedere al mercato, non è necessario avere un rapporto con un commerciante: questo apre le porte a persone giovani e tecnologiche”.
Secondo il Financial Times la spesa delle generazioni Z e Y è destinata a crescere tre volte più velocemente rispetto alle altre generazioni, almeno fino al 2030. Le aziende di fine wines che decideranno di rivolgersi a queste generazioni, avranno importanti opportunità di business.
4 – Le carte vini si ridurranno
È risaputo che la pandemia è stata brutale per il settore Horeca, molti ristoranti hanno dovuto vendere le loro collezioni di vini per sopravvivere. I vini pregiati e rari sono aumentati notevolmente di valore, il che significa che per la maggior parte dei ristoranti sarà quasi impossibile rimpiazzare le scorte. È probabile che le carte dei vini si riducano ed ogni bottiglia o bicchiere dovrà guadagnarsi il suo posto d’onore nelle liste, sgomitando.
Ma non è solo l’alta ristorazione a soffrire, i ristoranti di tutto il mondo lottano per il personale e devono fare i conti con i prezzi gonfiati delle materie prime.
L’alta ristorazione ci sarà sempre, ma i tempi in cui molti ristoranti potevano permettersi di acquistare e conservare grandi quantità di vino sono probabilmente finiti.
5 – I sommelier stanno diventando sempre più importanti
Negli ultimi dieci anni si è assistito a una rapida e diffusa professionalizzazione del servizio legato alla proposta di vini nei ristoranti, negli Stati Uniti i sommelier godono di considerazione e alcuni persino di uno status di celebrità. Questo non è ancora avvenuto altrove nella stessa misura, ma il momento dei sommelier sta arrivando.
6 – La Place de Bordeaux sta crescendo d’importanza
Bordeaux non è più la potenza vinicola di un tempo, ma i vini Bordolesi stanno crescendo sia per influenza che per importanza.
La Place – una rete di circa 300 negociants, o distributori, che controlla più o meno le vendite franco cantina dei vini di tutte le migliori tenute – ha un accesso impareggiabile a importanti canali di vendita in tutto il mondo, anche in mercati piccoli ma preziosi, difficili da gestire per i produttori.
Un numero sempre maggiore di brand di vino provenienti da altre regioni del mondo sta bussando alla porta di questi negociant, nella speranza di ottenere l’accesso a questa prestigiosa rete di distribuzione – e di pubblicare un comunicato stampa nel momento stesso in cui lo fanno.
Paradossalmente sono i produttori del Nuovo Mondo che stanno trasformando La Place in un centro di potere. Più attenzione prestano a La Place, più ne consolidano la reputazione. Tuttavia, a differenza dei Bordolesi, decidono spesso quali mercati rifornire attraverso La Place e quali continuare a gestire in proprio.
Ma tutti questi elementi chiave dipendono da una tendenza che rappresenta una sfida prioritaria per il futuro del settore:
7 – Il neo-proibizionismo
Negli ultimi due o tre anni, negli Stati Uniti è nata una nuova nicchia: i cosiddetti vini “better for you”, venduti e pubblicizzati come vini “più sani”. Alcuni affermano di contenere meno zuccheri, altri di essere privi di pesticidi e additivi. Finora non si tratta di una tendenza che ha preso piede altrove. Ma si è affermata una tendenza correlata: la sobrietà.
L’Europa non è al sicuro, ad esempio la Francia ha registrato un boom delle bevande analcoliche. Le persone più propense a rinunciare all’alcol sono quelle tra i 20 e i 30 anni, nonostante il curioso caso dei giovani acquirenti di vino pregiato di cui sopra.
Come ho descritto nell’articolo relativo all’ultimo report “State of the US Wine Industry 2023” di Silicon Valley Report, i Boomers stanno reggendo il mercato Usa ma i giovani under 40 non sono attratti dalla categoria.
Lo sappiamo tutti, il proibizionismo è stato un enorme fallimento perché è stato imposto politicamente. Quello che sta accadendo ora è differente, le persone lo adottano in maniera spontanea.
Non si tratta di una tendenza che scomparirà ignorandola, anzi il settore del vino la deve prendere molto sul serio.