Il Regno Unito, da sempre uno dei maggiori consumatori di vino a livello globale, nel 2020 ha raggiunto il ragguardevole traguardo di leader mondiale dei paesi importatori, con ben 1.458 milioni di litri di vino acquistati al prezzo medio di 2,7€/L, generando un volume di affari di 4.022 milioni di euro. 

Come raccontato da Bulk Wine Club, due sono i fattori che hanno influito maggiormente su questo primato: la pandemia di Covid-19 e la Brexit

Le restrizioni messe in atto per affrontare l’emergenza sanitaria hanno chiaramente fatto lievitare il volume delle vendite online e del consumo a domicilio. Tali tipologie di acquisto e consumo hanno contribuito all’esplosione del vino sfuso e dei bag-in-box wine (contenitori composti da un sacchetto in polietilene e da una scatola che lo protegge), con un significativo aumento dell’11,5% in termini di volume (579 milioni di litri) e del 15,5% in valore, raggiungendo i 714 milioni di euro, con un prezzo medio di 1,23€/L. 

È interessante notare come questo segmento sia passato dall’essere marginale all’inizio del nuovo millennio, col 12,5% di quota di mercato nel 2000, a rappresentare quasi la metà degli acquisti di vino del Regno Unito, raggiungendo il 41% nel 2020. 

Il mercato delle bottiglie, invece, vale 2.549 milioni di euro, perdendo lo 0,7% rispetto all’anno scorso, ma aumentando dell’1% il proprio volume, raggiungendo i 719 milioni di litri. 

Le bollicine, da sempre tra i vini preferiti oltremanica, sembrano soffrire maggiormente le restrizioni e registrano il calo più drastico: 5% in volume e 14,5% in valore, con 147 milioni di litri e 733 milioni di euro e un prezzo medio di 4,99€/L. 

La Brexit è divenuta realtà a partire dal 1° febbraio 2020, ma fino a dicembre dello stesso anno si è vissuto un periodo di transizione, che ha spinto all’accumulo di beni e risorse in vista di future tariffe sulle importazioni. Il vino è stato tra i prodotti interessati da questa pratica, come sembrerebbero dimostrare i dati raccolti dall’Osservatorio spagnolo del mercato del vino, che disegnano il mese di gennaio 2021 come il peggiore in assoluto degli ultimi 15 anni in termini di importazioni, con soli 73,8 milioni di litri acquistati. 

L’Italia resta il leader trai i paesi esportatori in UK per quanto riguarda il volume, 292 milioni di litri, mentre si registra un calo del 10% del valore generato, arrivando a 741 milioni di euro. 

Perdono il 9% in valore anche le esportazioni dalla Francia, con 1.231 milioni di euro (prima per valore), generati con soli 182 milioni di litri. 

Se i primi perdono terreno è perché la competizione del Nuovo Mondo è spietata e perché gli inglesi sono amanti della sperimentazione e della varietà. 

Tolta infatti la vecchia Spagna (133milioni di litri e 307 milioni di euro, rispettivamente +4% e +7%), si registrano: il secondo posto dell’Australia in termini di volume, con 248 milioni di litri e un +7% rispetto all’anno scorso e con un valore di 329,5 milioni di euro; un aumento del 10% del volume e del 19% del valore per gli Stati Uniti che raggiungono così i 253 milioni di euro; un Cile che, con 129 milioni di litri e 244 milioni di euro, è cresciuto rispettivamente dell’11% e del 12%.

Infine anche la Nuova Zelanda ha visto incrementare il volume delle proprie esportazioni verso il Regno Unito del 15% (92milioni di litri) per un valore di 328 milioni di euro, registrando un incremento del 12,5%.