La certificazione, che doveva entrare in vigore il primo luglio, sarà ora richiesta a partire dal 31 dicembre 2021. Questo ritardo arriva dopo un complicato commercio di vini che ha causato la consegna di  una lettera collettiva senza precedenti al membro del Parlamento Victoria Prentis, chiedendo l’eliminazione dei moduli VI-1. Inoltre, l’importatore di vino Daniel Lambert e Miles Beale del WSTA hanno aggiunto ulteriore importanza alla richiesta durante un‘apparizione al programma Newsnight della BBC la settimana scorsa.

Miles Beale, infatti, ha affermato che il ritardo è visto come un “enorme sollievo” per il settore vinicolo britannico e i suoi 130.000 dipendenti.
“E’ una richiesta che il WSTA ha fatto per evitare aumenti dei prezzi del vino,  giacenze troppo ingenti e una scelta drasticamente ridotta per i consumatori. – ha continuato Beale – La campagna di sensibilizzazione al tema è stata portata avanti per chiarire al governo che l‘introduzione di certificati di importazione del vino sarebbe dannosa per la nostra industria, specialmente per il suo enorme numero di PMI”, ha detto.

Tuttavia, Beale ha affermato la sua volontà di non fermarsi qui, considerando il ritardo come “calciare il barattolo lungo la strada”. Invece di tergiversare, infatti, secondo il CEO di WSTA, i ministri dovrebbero cogliere questa opportunità per aiutare a rilanciare il settore vinicolo britannico, promuovere il libero scambio e ottenere un accordo migliore per per le aziende vinicole e i consumatori britannici. Ha continuato dicendo che “se possiamo fare a meno di questi certificati per un anno, allora eliminare queste regole inutili in stile UE e la riduzione della burocrazia deve essere la decisione giusta”.

Il WSTA ha anche precedentemente segnalato un’apparente mancanza di risposta o di impegno da parte del Governo sugli oneri aggiuntivi affrontati dal commercio nel mondo post-Brexit, compresi i VI-1. “Quello che il WSTA vorrebbe fare – come sta chiedendo da mesi ormai – è lavorare con il Governo per semplificare i certificati assicurando al contempo il mantenimento di una sufficiente tracciabilità”, ha detto Beale.

“In effetti, questo porterebbe le regole per il vino in linea con tutti gli altri prodotti di bevande alcoliche. Sarebbe inoltre – ha concluso Beale – un eccellente primo passo verso l’abolizione di tutta la burocrazia esistente per l’importazione del vino. Questo assicurerebbe che la Gran Bretagna mantenga la sua posizione come hub centrale del vino per il resto del mondo – e aiuterebbe a sostenere le ambizioni di questo Governo sulla Gran Bretagna Globale“.