Prosit Group, attraverso l’osservatorio delle sue cantine, sinonimo di eccellenze regionali italiane, ricostruisce le previsioni dell’imminente vendemmia, già iniziata in alcuni terroir del nostro Paese.
TOSCANA – CANTINA DI MONTALCINO
“È stata un’annata molto complicata e senza precedenti” ha detto l’enologo Riccardo Pucci, responsabile per l’enologia e la qualità di Cantina di Montalcino, cantina toscana appartenente a Prosit Group. “La campagna 2023 è partita con un concreto rischio di gelata primaverile ai primi di aprile. Fortunatamente, nella zona di Montalcino, lo stadio fenologico non avanzato dei vigneti ha favorito l’assenza di danni rilevanti. A partire dalla metà del mese di aprile i sistemi previsionali e le varie stazioni meteo sul territorio indicavano, data la stagione particolarmente piovosa, un anticipo delle possibili infezioni primarie di Peronospora rispetto agli ultimi 2 anni. Ad aggravare la situazione i primi di maggio ci sono state piogge intense e un lungo periodo di instabilità durante tutto il mese.” Mentre ad inizio estate la peronospora è tornata a dilagare con un continuo susseguirsi di attacchi infettivi.
Nonostante questo scenario preoccupante, Pucci prosegue: “conoscendo lo spirito di gran parte dei produttori/viticoltori di Cantine di Montalcino siamo fiduciosi sulla qualità media delle uve da vinificare. Ci aiuta anche il fatto che le nostre vigne si trovano in tutti e quattro i quadranti della denominazione”.
“Dal punto di vista qualitativo ci sono tutti i presupposti per un’uva sana a vendemmia. Dal punto di vista produttivo sicuramente ci sono state delle perdite importanti, ma sono ancora difficili da quantificare tra i produttori di Cantine di Montalcino, perché la situazione è molto eterogenea. Prima di concludere la vendemmia è prematuro fare valutazioni precise”.
PUGLIA – TORREVENTO
“La vendemmia 2023, in Puglia,” prosegue Leonardo Palumbo, enologo tra i più esperti a livello nazionale – in particolare, tra i diversi incarichi ricopre il ruolo di Membro della Commissione Nazionale dei vini Doc -, e responsabile per l’enologia di Torrevento dal 2014, “subirà un calo del 30-40% nelle produzioni di uve da vino, con picchi molto più alti, per i produttori che seguono metodi biologici.”
“Falcidiati dalla peronospora, con qualche grandinata a macchia di leopardo, i produttori pugliesi danno il via alla vendemmia nell’ultima settimana d’agosto con un leggero ritardo di maturazione delle uve, rispetto agli anni scorsi. Attualmente l’andamento climatico e vegetativo delle piante è buono, nonostante qualche picco di gran caldo.”Analizzando i diversi terroir, Palumbo prosegue: “La zona più in difficoltà sembrerebbe quella del Salento ed in particolare le zone del Primitivo e Negroamaro. Migliori prospettive di raccolta delle uve nella Puglia centro nord, nel nostro territorio Castel del Monte.”
In conclusione, “Naturalmente tutto dipenderà dalle condizioni climatiche del mese di settembre. Tuttavia, le uve, quelle sane, non presentano al momento particolari criticità e ci aspettiamo un buon raccolto, sicuramente non particolarmente abbondante ma comunque qualitativo. Anche in un’annata che risulta in generale di difficile gestione, proseguiamo con la stessa forza e determinazione di sempre per seguire la nostra mission: valorizzare i vitigni autoctoni e produrre vini di alta e altissima qualità”.
ABRUZZO – NESTORE BOSCO
“Anche in Abruzzo, le precipitazioni che si sono verificate a metà maggio, hanno creato l’ambiente favorevole allo sviluppo della peronospora. Le piogge intense e durature hanno permesso al patogeno di portare a termine il periodo di incubazione senza dare la possibilità agli operatori di eseguire alcun tipo di trattamento.” Ha introdotto la situazione abruzzese Luca Camillo Bascelli, enologo di Nestore Bosco. Gli fa eco Nestore Bosco, parte della famiglia Bosco, che sovrintende i lavori in vigna e cantina da sempre: “Hanno poi mostrato più resistenza alla peronospora le cultivar a bacca bianca precoci e alcuni vitigni internazionali, mentre il Montepulciano è stata la cultivar che ne ha risentito di più, questo soprattutto in relazione al momento di germogliamento e quindi al primo trattamento efficace.” Ad aggiungersi, l’annata 2023 viene ricordata anche per le forti grandinate che hanno colpito vaste aree del territorio chietino e teramano.
In riferimento alle previsioni nella produzione di uva, Bascelli prosegue: “Le stime produttive [abruzzesi] sono buone, si tratta di perdite importanti solo nei terreni molto pendenti e biologici, nel quale è stato davvero difficile e rischioso effettuare i trattamenti post piogge infettanti.”
“Le uve che verranno vinificate nella cantina di Nestore Bosco hanno mostrato un andamento sicuramente migliore della stima media di produzione regionale. Questo dato dalle buone pratiche agronomiche, dalla buona pianificazione dei trattamenti fitosanitari, seguita da interventi tempestivi al momento del bisogno, dalla ottima esposizione dei vigneti, dal microclima delle tenute e dalla composizione del terreno.”
Infine, per quanto riguarda i territori di Nestore Bosco, conclude l’enologo Bascelli: “Il 2023 sicuramente è stato un anno pieno di disavventure e colpi di scena. Le stime di perdita quantitative sono al di sopra della media regionale, mentre a livello qualitativo, le uve presenti nei vigneti potranno soddisfare le aspettative.”
VENETO – TENUTA DI COLLALBRIGO
Situazione più ottimista in Veneto: per Federico Cosulich, Brand Manager presso Tenuta di Collalbrigo e discendente dalla famiglia Cosulich, produttori di vino a Collalbrigo da quattro generazioni: “i vigneti nella provincia di Treviso si presentano in un ottimo stato vegetativo, con una maggiore dimensione dei grappoli, condizioni che fanno prevedere una vendemmia 2023 superiore del 10% rispetto all’annata precedente. In particolare, i vigneti di Collalbrigo [infatti] non sono stati colpiti dalle forti grandinate di giugno e luglio e sono in linea con le previsioni della provincia di Treviso.”