Supporto agli agricoltori: fondi e assicurazioni

Durante Vinitaly 2023, Luca Faccioni, attuale presidente di CodiVe (Consorzio Difesa di Verona) ha riassunto i traguardi raggiunti dal consorzio e i nuovi strumenti ideati a supporto di agricoltori e viticoltori.

Nell’ultimo anno CodiVe ha visto un aumento del fatturato del 33% e si configura ad oggi come il consorzio agricolo leader in Italia. Nel 2019 CodiVe ha creato un sistema di fondi mutualistici agevolati con contribuzione comunitaria, approvati dal Mipaaf, che affiancano le normali polizze assicurative.

Si tratta di un’iniziativa mutualistica (non assicurativa) creata dagli agricoltori per gli agricoltori stessi, nata nel 2010 dalla collaborazione tra Condifesa Veneto e Condifesa Friuli Venezia Giulia. A questa viene abbinato un pacchetto di fondi mutualistici che completano il certificato assicurativo, andando a ristorare perdite economiche aziendali generate da eventi non coperti da assicurazioni, come eventi meteorologici estremi.

Emergenza caldo e siccità

Il Consigliere Regionale Alberto Bozza, membro della Commissione Agricoltura, ribadisce l’importanza di rivedere le priorità in agricoltura per far fronte alle sfide climatiche. In particolare, la filiera vitivinicola deve essere uniforme nell’agire e trovare un modo di affrontare il problema siccità. Mai come nell’estate del 2022 l’emergenza siccità ha portato alla luce i limiti del nostro paese, che ha sottovalutato gli interventi sugli impianti idrici.

Proprio su questo tema si concentrano gli sforzi di CodiVe, che dà sempre fa della sperimentazione il fulcro del proprio lavoro, come conferma Andrea Lavagnoli, Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Verona (CIA).

In tema di emergenza idrica, Albano Agavadi, Presidente di ASNACODI Italia (Associazione Nazionale Consorzi di Difesa) ha spiegato com’è cambiata la gestione del rischio. Di recente ASNACODI ha pubblicato una ricerca che documenta come si siano verificati ben 7 eventi di siccità estreme e 5 eventi di gelate estreme dal 2000.

Viticoltura a rischio nel Nord Est

Alla conferenza è intervenuto il professor Paolo Tarolli, docente di idraulica agraria presso l’Università degli Studi di Padova, che ha presentato i risultati di una recente ricerca volta ad indagare l’insorgenza di eventi climatici estremi e le loro conseguenze sulla viticoltura veneta.

Lo studio ha coinvolto l’analisi dell’intera penisola italiana e la creazione di due mappe, per evidenziare da un lato il suolo agricolo interessato da siccità, e dall’altro monitorare le temperature medie registrate.
I due dati sono stati intersecati: si è preso in considerazione il suolo agricolo che ha registrato temperature superiori a 35°C ed è stato allo stesso tempo interessato da estrema siccità. Gli hotspots emersi sono il Veneto, le Langhe, il Lazio, i Colli Albani e la Puglia.

Analizzando i dati raccolti sul Nord Est Italia è stato inoltre dimostrato che oltre il 43% del suolo agricolo destinato alla viticoltura è stato segnato da siccità e temperature estreme, con picchi nel Veronese e nelle colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene.

Soluzioni per una viticoltura più resistente

Tra le soluzioni proposte per gestire siccità e temperature elevate, i dati indicano che bisogna puntare su pratiche sostenibili in vigneto. In particolare è necessaria una gestione efficiente e pianificata delle risorse idriche. L’utilizzo di microinvasi in aree ad elevata pendenza si è rivelato particolarmente efficace in questo senso: la ricerca del professor Tarolli ha previsto la simulazione di un evento piovoso estremo in zone a viticoltura eroica, e i risultati hanno confermato la possibilità di raccogliere fino a 150 metri cubi d’acqua in soli 10 minuti.

Assicurazioni e fondi mutualistici non potranno mai risolvere il problema del cambiamento climatico. La difesa attiva è essenziale per tutelare agricoltura e viticoltura. Tuttavia, la pesante burocrazia italiana incatena le opzioni allungando i tempi di azione, con il rischio di vanificare le nuove ricerche e gli sforzi per far fronte al problema climatico.

Il parere degli speaker al convegno è stato unanime: serve un’azione decisa per rivedere il regime di autorizzazione di interventi idrici, che deve essere semplice e immediato. E soprattutto, serve formazione e informazione per gli agricoltori, sul tipo di tutele e strumenti di cui possono usufruire.