Perché acquistare una nuova macchina da stampa, se la precedente funziona alla perfezione? “È la domanda che ci è stata posta da un cliente alla notizia che avremo mandato in pensione la Heidelberg Speedmaster CD74, per sostituirla con una Speedmaster XL” spiega Anna Lonardi, Marketing manager di Grafical, azienda veronese leader nel mondo della stampa per il settore vitivinicolo. La risposta è presto detta: sicuramente anche il mondo della tecnologia per la stampa ha bisogno di adeguarsi ad una sempre maggiore richiesta di aderire ai principi della sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica.
“Se la CD74 ci ha offerto centinaia di chilometri di stampato con prestazioni eccezionali – continua Anna Lonardi – la nuova arrivata promette velocità e capacità di stampa ancora più impressionanti, a cui si aggiunge ora una grande attenzione al consumo dei materiali”. La Heidelberg Speedmaster XL è infatti dotata di un innovativo sistema che permette il recupero della lamina. Infatti, se fino ad ora il consumo di quest’ultima era determinato dall’altezza del supporto, la nuova tecnologia è in grado di gestire gli spostamenti e di limitare l’utilizzo di materiale alla sola area nobilitata.
A tutto questo si aggiunge una FA-Line di Nilpeter.
Apprezzata in tutte le occasioni in cui è importante produrre alti volumi con un basso costo unitario, la flessografia è conosciuta per la sua velocità, ma di certo non per la capacità di produrre stampe di alta qualità con nobilitazioni.
“FA-Line supera questi limiti grazie a una configurazione studiata ad hoc per noi che integra numerose lavorazioni nel ciclo di stampa flexo” spiega Lonardi.
Oltre agli otto gruppi flexo, la FA-Line di Grafical è dotata di una linea hotfoil con rilievo e bassorilievo, una linea coldfoil, un gruppo digitale di verniciatura ad alto spessore con asciugatura UV Led che ci permette di stampare una vernice spessorata variabile.
“La realtà è che stare al passo con lo stato dell’arte della tecnologia ci permette di elevare la stampa ad arte e di spostare l’asticella della qualità un po’ più in là. E dare alle aziende vitivinicole la libertà di creare senza limiti” conclude Anna Lonardi.
