Il Nord Italia è afflitto da condizioni di carenza idrica seria, questa situazione è frutto di un prolungato periodo, iniziato già da novembre 2021, caratterizzato da scarsi fenomeni piovosi, palliativi non sufficienti a risolvere il problema.
Sulle Alpi il serbatoio di approvvigionamento garantito dalla neve è scarso, la presenza di neve risulta inferiore del 45% rispetto alla media decennale 2011-2021.
Bacini idrici, fiumi e laghi restano sotto i livelli idrometrici medi stagionali, due esempio emblematici sono il Lago di Garda – che risulta 50cm più basso rispetto alla media storica – ed il Po che è sotto lo zero idrometrico, a Cremona ha raggiunto un picco di -7.45 metri ed ha registrato a Torino un deficit idrico del -70%.
“Ormai la siccità non è più un evento eccezionale, ma è un fatto concreto, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno” afferma Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera D’Asti e vini del Monferrato. “Il Consorzio ritiene che per far fronte a questa situazione, le vie percorribili siano due. In prima istanza bisogna muoversi verso la ricerca di soluzioni per l’approvvigionamento idrico creando invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana torrenziale e strutture irrigue per la redistribuzione dell’acqua nei vigneti. In secondo luogo, il Consorzio sta cercando soluzioni anche nella selezione varietale e nel miglioramento genetico delle vigne. L’obbiettivo infatti è quello di individuare ceppi resistenti, in grado di far fronte all’avversità climatica”.
È necessario sottolineare che le piogge decisive per rimpinguare il bottino idrico sono quelle del periodo autunnale (ottobre-novembre). La neve che cade ad alta quota rappresenta uno stock in grado di rilasciare gradualmente l’acqua nel periodo primaverile.
La situazione attuale nel Nord Italia è la diretta conseguenza del fatto che negli ultimi due autunni questi elementi sono venuti a mancare.
Una emergenza che coinvolge tutte le aree produttive da Nord-Ovest a Nord-Est, compresi i territori del Veneto orientale, caratterizzati da una grande capacità di ritenzione idrica.
“È indubbiamente critica la situazione idrica nelle denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia, nello specifico quelle del Piave, Lison-Pramaggiore, e Venezia” testimonia Stefano Quaggio, Direttore del Consorzio Vini Venezia. “Le scarse precipitazioni avute durante l’inverno, quelle piovose nelle zone pianeggianti e collinari e quelle nevose nelle zone più a Nord, spaventano viticoltori e produttori, soprattutto in vista dell’arrivo della primavera e poi dell’estate”.
L’ultimo treno per il Nord Italia sembra essere la primavera, tuttavia anche gli eventuali fenomeni piovosi primaverili non sarebbero in grado di risolvere totalmente il problema siccità. Infatti a differenza delle precipitazioni autunnali e con l’approssimarsi della stagione estiva, le piogge tendono a tradursi in rovesci e temporali, anche intensi ma localizzati e distribuiti in modo disomogeneo sul territorio.
In Lombardia le condizioni sono critiche, “La crisi idrica che sta coinvolgendo l’Oltrepò Pavese è a dir poco drammatica, siamo in febbraio ma è come se fossimo nel pieno del mese di maggio: fossi e canali sono completamente asciutti” spiega Massimo Barbieri, Presidente di Cantine Torrevilla.
“La neve caduta sulle cime nei mesi scorsi è stata troppo poca per sopperire alla mancanza d’acqua attuale e che ci colpirà nel prossimo periodo; è una situazione critica che ci accompagna già dallo scorso anno, dove abbiamo registrato un calo del 30-40% nella produzione. Viti e impianti sono già in sofferenza e siamo in difficoltà anche nell’attività di potatura, dove a fatica stiamo cercando di lasciare i tralci per le nuove produzioni. Questo ci lascia particolarmente preoccupati per la sopravvivenza stessa delle piante che hanno vegetato pochissimo”.